PROBLEMI DI UNIFORMITÀ DEL RISARCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICO
Il sistema di risarcimento del danno biologico italiano è piuttosto
complicato e variegato. Problemi si rilevano soprattutto nella fase di
passaggio dalla percentuale di danno biologico all'entità economica
del risarcimento decisa dal Giudice. Alcuni studi effettuati in Italia
da specialisti del settore hanno dimostrato una straordinaria divergenza
del valore economico corrispondente alla percentuale di danno biologico
tra dodici diversi Tribunali. Dalla comparazione, effettuata paragonando
il valore del punto di danno biologico per le diverse fasce di età
e per le diverse gravità del danno, sono risultate notevolissime
differenze, descritte in seguito.
Va chiarito, per i non esperti, che il valore economico del punto di
invalidità varia proporzionalmente alla gravità complessiva
del danno. Ciò significa che per un piccolo danno (ad esempio un
danno compreso tra l'1 e il 10%) il valore in denaro del punto è
inferiore rispetto a un grave danno in cui l'invalidità sia per
esempio compresa tra il 60 e il 70%. Va anche considerato preliminarmente
che nella valutazione del danno biologico il 100% non esisterebbe in quanto,
dovendosi ormai assimilare il danno biologico al danno alla salute, la
perdita del 100% significa che l'individuo ha perso intera salute e quindi
non è più vivo.
Studiando una serie di sentenze scelte da un criterio casuale in tutta
Italia e liquidate dai vari Tribunali si rilevano alcune stranezze: il
valore medio in tutti i casi è minore per le femmine (lire 1.313.000)
rispetto ai maschi (lire 1.322.912). Per i maschi il valore minimo (1.000.000)
si ha in Umbria e in Basilica mentre il valore massimo (2.000.000) si ha
in Friuli. Anche le femmine hanno un valore diverso a seconda della regione:
appena 960.000 a punto in Puglia e ben 2.042.000 in Liguria.
Si è poi riscontrato che:
CRITERI FRANCESI PER IL RISARCIMENTO DEL DANNO ALLA PERSONA
In Francia il valore del punto di invalidità oscilla da un minimo
di 1.168 franchi (per l'1% di danno) e 7.046 franchi per il 100% (come
in Italia, nelle invalidità elevate ciascun punto pesa di più).
Anche in Francia esistono differenze tra l'una e l'altra Corte d'Appello
per cui il valore di uno stesso punto è risultato di 2.000 franchi
ad AIX, 1.250 franchi a BORDEAUX, 800 franchi a TOLOSA. Nella stessa Corte
si è rilevato una notevole discordanza nel valore dei punti di risarcimento:
Cain registrava un valore medio di 1.706 franchi con un valore massimo
che arrivava a ben 10.000 franchi. Anche in Francia hanno tentato di unificare
le valutazioni calcolando un valore medio del punto che è risultato,
nel Giugno-Luglio 1980, pari a 1.800 franchi per un 75enne con invalidità
del 5%, 11.000 franchi per un bambino di 4 anni con invalidità del
90%, 4.500 franchi per un 37enne con invalidità del 30%.
(D.Z. da "Rivista Italiana di Medicina Legale" Editoriale di
F. Introna n. 6-1998)
RISARCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICO SECONDO I CRITERI STATUNITENSI
Pur essendo vigenti negli USA una “Guida alla valutazione dei danni
permanenti” a cura della “America Medical Association” (ultima edizione
1993), è in realtà la Giuria a decidere in modo assolutamente
autonomo l'ammontare della somma in denaro per il risarcimento del danno
alla persona dando luogo a diversità di risarcimento a volte clamorose
tra casi con uguali menomazioni. Ci si chiede infatti a cosa serva la guida
dell'A.M.A. quando le Giurie possono decidere autonomamente (a volte arbitrariamente)
nel soggettivismo più assoluto. Solo di rado il Giudice può
intervenire a modificare il risarcimento stabilito dalla Giuria qualora
si rilevi un errore evidente o venga ordinato il rinnovo del processo.
Nei danni da risarcire vengono compresi: i danni fisici subiti, le sofferenze
patite, le future sofferenze.
Una piccola casistica :
-Chung contro New York: 61.000.000 di dollari di risarcimento inclusi 10.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 30.000.000 di dollari per dolore e sofferenza futuri in quanto, caduto sui binari della metropolitana, era stato investito da un treno subendo l'amputazione di entrambe le gambe. Si trattava di un immigrato coreano di 20 ani che non conosceva l'inglese.
-Elkind contro Mack e altri: risarcimento di 13.000.000 di dollari inclusi 5.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 7.000.000 di dollari per dolore e sofferenza futuri. La parte lesa era una donna di 27 anni che aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe essendo stata investita da una automobile. La vittima riprese il suo lavoro di responsabile delle autorizzazione per la N.B.C. dopo un anno.
-Abreu contro New York: risarcimento di 33.000.000 di dollari ridotto poi a 11.500.000 dollari inclusi 3.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 12.000.000 di dollari ridotti poi a 3.000.000 per dolore e sofferenza futuri. La parte lesa che al momento dell'incidente aveva sette anni era caduta da una scultura situata da uno dei parchi cittadini restando tetraplegica.
-Smith contro New York: risarcimento di 6.000.000 di dollari per un meccanico di 37 anni che aveva subito l'amputazione della gamba sinistra sotto il ginocchio in seguito alle lesioni riportate quando la sua motocicletta era finita in una buca di una strada la cui manutenzione spettava alla città. La vittima a causa dell'invalidità permanente non poté continuare a lavorare e dovette interrompere di giocatore di football a livello semiprofessionistico.
-Gonzales contro la città di New York: risarcimento di 2.125.000 dollari per un meccanico di 51 anni che aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe per essere stato schiacciato da un automobile parcheggiata in divieto di sosta e un'altra automobile che l'aveva investito dopo essere slittato sulla strada ghiacciata.
-Morales contro Teichner: 5.000.000 di dollari per una donna disoccupata di 29 anni che aveva riportato lesioni per il crollo di una parte del soffitto del bagno. La vittima subì due ernie del disco, la paralisi del braccio destro e una contusione cerebrale che si presume avesse provocato una grave depressione reattiva.
-Chappel contro New York: risarcimento di 165.000.000 inclusi 30.000.000 dollari per sofferenze patite e 125.000.000 dollari per sofferenze future. La parte lesa era una segretaria di produzione di 50 anni che aveva riportato un ernia discale per il crollo di un soffitto.
È comunque utile ed istruttivo valutare che, come detto in altro
articolo, un tetraplegico in Italia può sperare in un massimo risarcimento,
secondo le tabelle attualmente più usate, di 800.000.000 di lire.
(D.Z. da “Riv. It. Med. Leg. e assicurazioni” n. 6, 1998, 'Editoriale
di F. Introna)
IL RISCHIO SCHIZOFRENIA AUMENTA NEI NATI IN INVERNO E IN CITTÀ
Secondo uno studio danese pubblicato sul NEJM risulterebbe (come già
suggerito da precedenti ricerche) un aumento di rischio di morbilità
per la schizofrenia nei nati in città e d'inverno. Lo studio è
stato condotto su 2669 soggetti. Secondo i dati emersi, il rischio aumenta
con la grandezza del centro urbano: è superiore del 24% (rispetto
ai nati in zone rurali) nelle cittadine con oltre 10.000 abitanti, del
57% nelle città di oltre 100.000 abitanti, del 62% nelle capitali.
I ricercatori hanno anche rilevato che esistono differenze di rischio a
seconda del periodo dell'anno in cui si nasce, con un aumento dell'11%
nei nati in febbraio-marzo rispetto alla media. Secondo i ricercatori è
possibile ipotizzare che nelle zone urbane la maggiore promiscuità
favorisca l'insorgenza di infezioni durante la gravidanza o la prima infanzia
e che queste siano a loro volta coinvolte nello sviluppo della patologia.
Viene confermato, in ogni modo, il ruolo dei fattori genetici: il rischio
aumenta di 7-9 volte nei soggetti con familiarità per la malattia.
Questi risultati sono considerati con molta attenzione perché il
rapporto con il luogo e il periodo di nascita potrebbe dimostrare che la
schizofrenia sia malattia a insorgenza precoce ma che si manifesti solo
in una successiva fase della vita.
(ADNkronos “Qualità della vita” n. 8/1999)
Commento personale: Altri studi hanno ipotizzato correlazioni, seppure
diverse, tra luogo di vita e sindromi psicopatologiche (come ad esempio
la depressione). Tale aspetto va tenuto in attenta considerazione. (D.Z.)
LE “SORPRESE” DEL VIAGRA
Il Viagra è stato, in ambito sessuologico, una innovazione tale
da sconvolgere tutte le prassi terapeutiche precedenti (vengono tra l'altro
riferiti “successi” nel 70% dei casi). Sta inoltre nascendo una serie di
“leggende metropolitane” per cui da più parti si sono voluti esplorare
gli aspetti “sociali” dell'uso del farmaco. Poiché in molti soggetti
al deficit erettile si accompagna una personalità di tipo ossessivo
(questo aspetto sarebbe dimostrato, tra l'altro, dalla pertinacia con cui
i pazienti girano gli ambulatori alla ricerca del farmaco “miracoloso”,
risolutivo del disturbo) è stata esaminata una popolazione di soggetti
afferenti un ambulatorio di psicosessuologia, prima e dopo l'immissione
in commercio del Viagra. Il numero di soggetti con tratti ossessivi non
mostrava variazioni significative e si aggirava sul 30% circa. I pazienti
dell'ambulatorio (affetti da patologia erettile, ovviamente) si informarono
sull'attività del Viagra (51%), chiesero una ricetta ma non si decisero
poi ad usare il farmaco (32%), il 10% si dichiarò poco interessato
al farmaco, solo il 7,3% lo usarono saltuariamente. Si trattava però
di pazienti già in terapia psicosessuologica, per cui sarebbe da
valutare il tipo di informazione fornita dagli operatori (il cui interesse
poteva non coincidere con la somministrazione del farmaco) e la “dipendenza”
ormai acquisita alla psicoterapia. Nei nuovi pazienti, alla proposta di
iniziare terapia con Viagra, il 38% rifiutavano scandalizzati affermando
“di non essere così gravi”; un altro 21% rifiutava affermando che
“i loro problemi erano ben altri e non potevano essere risolti da un farmaco”.
Paradossalmente l'avvento del Viagra ha stimolato il ritorno a vecchi metodi
terapeutici: in periodo ante-Viagra le percentuali di successo ottenute
con Yoimbina erano del 40%; dopo l'avvento del Viagra, accompagnando la
prescrizione con frasi-slogan del tipo “Lei non mi sembra abbastanza grave
da dover ricorrere al Viagra” si raggiungeva il 60% di successi, con una
differenza altamente significativa. Questa è una chiara dimostrazione
di quanto influisca, in questi settori, il tipo di messaggio lanciato dal
medico.
(D.Z. commentato da: G. Cavallini, Sessuologia News, anno VII, n. 1,
1999)