SESSO E CEFALEA
L'autore esamina il rapporto tra sessualità e sindrome cefalalgica.
Tale rapporto è stato poco studiato data l'abbondanza di letteratura
“umoristica” sulla cefalea “sessuale”. Storicamente è nota una cefalea
idiopatica da stress sessuale: risale a osservazioni di Domino (1987) che
rilevò una forma simil-emicranica in donne con trascorsi di abusi
sessuali. Secondo la classificazione dell'Ad Hoc Committee della I.H.S.
si distingue attualmente:
- Cefalea coitale. Insorge durante o alla fine del rapporto e in genere
precede l'orgasmo. Dolore pulsante, solitamente occipitale, si accompagna
in genere a contrazione della pupilla e dei muscoli facciali. Più
frequente nei maschi, è trattabile con propanololo o con un ansiolitico.
- Cefalea orgasmica benigna, o “cefalea esplosiva”. Violenta e improvvisa
insorge subito prima o, tipicamente, durante l'orgasmo. Dolore frontale
o occipitale o diffuso, può durare ore o giorni. Colpisce per di
più pazienti con storia di emicrania. Trattabile con propanololo
o ergotamina tartrato.
- Cefalea posturale. Insorge dopo l'orgasmo e viene esacerbata in posizione
ortostatica e con la manovra di Valsalva, mentre sembra ridursi in clinostatismo.
Probabilmente dovuta ad abbassamento della pressione liquorale, può
durare per settimane. Si giova di antiinfiammatori, vasodilatatori, inalazione
di CO2.
- Cefalea masturbatoria. Insorge dopo masturbazione ma il numero relativamente
basso di casi riportati in letteratura non ha permesso di considerarla
entità clinica a sé stante.
(Saladino. Riv. sessuol. vol.19 n. 1)
INDURATIO PENIS PLASTICA: NON SEMPRE OPERARE
Gli autori esaminano le possibili terapie non chirurgiche consigliate
per tale affezione. Alcuni trattamenti sono stati ormai abbandonati per
la scarsa efficacia o eccessivi effetti collaterali: Paraminobenzoato di
Potassio, Stigmasterolo (Piascledine), Procarbazina (Natulan). Altri trattamenti
vengono invece ancora proposti da diversi Autori con risultati più
o meno positivi: Thiomucase (Bodner, 1954) per infiltrazioni o ionoforesi,
ormai sostituito dall'Orgoteina; Allopurinolo (che ridurrebbe la liberazione
di xantine locali e quindi la flogosi); Orgoteina (attività superossido
dismutasica); Cortisonici per infiltrazione locale (ovvia attività
antiinfiammatoria); Verapamil per infiltrazione intraplacca (azione antiproliferativa
sui fibroblasti).
Sono risultate utili alcune terapie fisiche:
- Ultrasuoni (in uso in molti centri andrologici italiani).
- Infiltrazione polarizzata (infiltrazione + ionoforesi).
- Roentgenterapia, quasi abbandonata per frequente fibrosclerosi secondaria).
- Laserterapia.
- Abbinamento laser-ionoforesi: sembrerebbe la terapia migliore, efficace
nelle forme non inveterate, con elevato effetto antalgico nella pressoché
totalità dei casi, riduzione dell'incurvamento penieno nel 25% dei
casi, riduzione della placca nel 50% circa dei casi.
(Viola e al. Riv. sessuol. vol.20 n. 1)
ANTICORPI ANTI-INSULINA NELL'EPATITE C
Il virus dell'epatite C ha capacità di stimolare la comparsa
di autoanticorpi e manifestazioni autoimmuni. Anche l'interferone alfa,
usato per la terapia dell'epatite, può indurre fenomeni autoimmuni.
Sono stati segnalati casi di comparsa di IDDM in epatitici C in terapia
con interferone alfa. Gli autori hanno perciò dosato alcuni autoanticorpi
(anti-GAD o antidecarbossilasi dell'acido glutammico, ICA o anti-insula,
IAA o anti-insulina) in 105 soggetti con epatite C prima e sei mesi dopo
l'inizio del trattamento con interferone.
Non si è notata differenza significativa nella prevalenza di
anti-GAD e ICA in pazienti con epatite cronica C sia prima sia dopo il
trattamento; il 17% ha invece sviluppato anticorpi IAA (anti-insulina)
dopo sei mesi di terapia con interferone. Sembra perciò che tale
terapia possa indurre in un numero significativo di casi l'insorgenza di
tali autoanticorpi.
(Mariani e al., Il Diabete, 2/97)
MEDICINE ALTERNATIVE
- Al medico è riconosciuta la potestà di praticare “metodi
innovativi o alternativi rispetto alle consolidate esperienze scientifiche”
(cod. deont. art. 82).
- Queste pratiche alternative andrebbero effettuate sempre e solo dai
medici
- Pur non avendo fondamento scientifico “classico”, almeno per alcune
non si può affermare a priori la non efficacia.
Si distinguono le Medicine “Alternative” sic et simpliciter e quelle
“Tradizionali”; queste ultime, derivate da pratiche preesistenti e collaudate
talora per secoli, mostrano spesso almeno un notevole bagaglio di efficacia
empirica, pur se collegata al contesto socio-culturale.
Alcune medicine alternative appaiono invece del tutto arbitrarie, senza
alcun supporto né scientifico né largamente empirico.
L'omeopatia è di fatto tollerata in Italia: una circolare del
1982 cita un parere del Consiglio Superiore di Sanità che ammetteva
l'utilità di approfondire il problema; nel mod. IRPEF dal 1988 sono
detraibili le prestazioni mediche “comprese le prestazioni per visite e
cure omeopatiche”. E' stata poi recepita (D.L: 17/3/95 n. 185, G.U. 197
del 22/3/95, poi Circ. Min. San. 8008/3506, con chiarimenti e istruzioni
in merito) una direttiva CEE sull'argomento.
Per quanto riguarda l'agopuntura, questa è stata studiata e
applicata anche in Centri altamente qualificati con studi non univoci ma
sufficientemente significativi, tali da poterla introdurre tra le “tecniche
complementari” pacificamente (pur se con certe esigenze di competenza)
praticabili.
L'Autore invita ad applicare con più rigore le norme che tutelano
la salute dei cittadini e a limitare lo spazio delle forme alternative.
La responsabilità professionale nei casi di danni secondari
ad una terapia “alternativa” va valutata secondo i criteri della corrente
Medicina Scientifica.
(Introna, Riv. It. Med. Legale)
ASPETTI PSICOSESSUALI DEL TRATTAMENTO DELL'IPB
Gli Autori hanno diviso in due gruppi 88 pazienti affetti da IPB, 65
sono stati trattati chirurgicamente (TURP) e 23 con terapia medica (mepartricina).
Tutti sono stati sottoposti ad una serie di test (prima del trattamento,
dopo 6 e dopo 12 mesi) finalizzati a valutare l'efficienza sessuale (GSTS,
SSES-E, SHF, SHF-A). L'analisi multivariata dei dati evidenziava che il
comportamento sessuale degli operati non differiva in maniera significativa
da quello dei soggetti trattati con terapia medica. Ambedue i gruppi hanno
mostrato un modesto ma parallelo deterioramento nel tempo, attribuibile
forse all'età abbastanza avanzata del campione. Unico parametro
significativamente diverso era quello dell'eiaculazione retrograda, significativamente
maggiore nel gruppo operato con TURP. Il tutto in accordo con la maggior
parte della letteratura.
(Sampalmieri, Giordano - Riv. Sessuol. vol. 21 n. 3)
BIOTESIOMETRIA (BT) NELLO SCREENING DEI DEFICIT ERETTILI NEUROGENI
La BT è una metodica semplice e non invasiva utile per una prima
determinazione della sensibilità pallestesica peniena. Un apposito
apparecchio vibrante (Bio-Thensiometer) viene appoggiato su diverse superfici
corporee del paziente procedendo quindi ad un progressivo innalzamento
dell'ampiezza vibratoria fino a che il paziente segnala la percezione dello
stimolo. Nel deficit erettile i punti indagati sono rappresentati dai polpastrelli
degli indici, bilateralmente, dalle superfici laterali, dorsali e ventrali
del pene, dalla superficie glandulare. Un confronto con un apposito normogramma
permette di evidenziare deficit sensitivi indici di probabile compromissione
neurogena. E` possibile una verifica mediante l'esame dei potenziali evocati
somatoestesici del nervo dorsale del pene.
(Letizia e al.- Rivista di sessuologia vol.20 n.1)
LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE RESTANO TALI
Nonostante il dimostrato valore scientifico della pratica vaccinale,
da più parti diventa pressante il rifiuto alla vaccinazione in senso
obbligatorio. Nell'ordinamento giuridico italiano le vaccinazioni sono
obbligatorie ma non è prevista un'attuazione con metodi coattivi.
Per questo motivo, sia per paura di possibili effetti collaterali, sia
per altre motivazioni meno precisabili (religiose, politiche, “naturalistiche”)
si tende di fatto a eluderne o a metterne in discussione l'obbligatorietà
dando particolare rilievo alla necessità del consenso dei genitori.
L'esame delle statistiche sul rapporto rischio/beneficio delle più
importanti vaccinazioni induce gli Autori a negare concreta giustificazione
a tale atteggiamento e a confermare l'utilità indiscutibile delle
vaccinazioni stesse.
Dal punto di vista legale la Corte Costituzionale (1992) ha in effetti
stabilito che l'obbligo di sottoporre a vaccinazione il minore costituisce
un dovere del genitore per la tutela della salute dello stesso, e che l'operatore
sanitario deve segnalare l'omissione o il rifiuto dei genitori al P.M.
o al Tribunale dei minori; l'Autorità potrà a quel punto
avvalersi degli strumenti di legge per l'attuazione del provvedimento (come
è accaduto in alcuni casi). Si sottolinea però l'inadeguatezza
della normativa riguardante l'indennizzo per le persone danneggiate in
modo grave da possibili patologie post-vaccinali.
P.S. La normativa sugli indennizzi e' stata modificata con D.L. 4/4/97
n. 92
(Morini, Macri-Riv. It. Med. Leg. XIX 4-5)