PROBLEMI DELLE PIANTE MEDICINALI
È in corso un progetto di legge sulla regolamentazione dei prodotti
erboristici. Tale progetto prevede una divisione delle piante medicinali
in una lista "A" e in una lista "B". Comprendente rispettivamente le piante
che hanno bisogno di prescrizione medica (lista "A") e le piante di libera
vendita (lista "B"). Ciò presupporrebbe che le piante della lista
"B" siano dotate di poca o nulla tossicità per cui possano essere
vendute liberamente in erboristeria farmacia. L'autore tuttavia osserva
come non esista un vegetale che sia totalmente privo di tossicità
o di pericolosità. Infatti la lista "B", di libera vendita, contiene
diverse piante che andrebbero somministrate sotto controllo medico. Ad
esempio la cascara segrada, la frangula, la senna, l'aloe e l'iperico.
L'iperico, sconsigliato nei depressi cronici e nei pazienti bipolari,
viene invece prescritto con molta leggerezza in ogni tipo di depressione.
Anche il ginkgo presenta dei problemi in quanto va sconsigliato nella contemporanea
assunzione di aspirina e anticoagulanti: alcuni casi di emorragia subdurale
sono segnalati sul "New British Medical Journal" (10/04/97) e su "Neurology"
(1996;46). Nella lista "B" è anche presente il sassafras albidium
(contenente nell'olio essenziale "safrolo", sostanza cancerogena) e l'hedoema
pulegioides che contiene "pulegone", epato-tossico. L'olio volatile ottenuto
da foglie di mentha pulegium ed hedoema pulegioides che contengono pulegone
è chiamato "pennyroyal". Recentemente (Pediatrics, 11/96) è
stato segnalato l'instaurarsi di danni epatici e neurologici in due bambini
che avevano bevuto un infuso di menta. Nell'infuso venne dimostrata la
presenza di "pennyroyal".
Nella lista "B" è presente inoltre la canaga odorata (hylang-hylang)
contenente "isosafrolo", sostanza epato-cancerogena nel topo; la rubia
cordifolia contenente antranoidi genico-tossici e dotati di elevata pericolosità
al punto che in Germania è stata vietata la vendita della rubia
tinctorium contenente gli stessi antranoidi. Nella lista "A" sono presenti
piante ad esclusiva prescrizione medica tuttavia spesso desuete o sconsigliate
nell'applicazione terapeutica per l'elevata pericolosità pur considerando
la bassa dose che se ne fa in fitomedicina. Le nuove liste sembrano quindi
presentare molti problemi e molte incertezze per cui se ne auspica un ripensamento
e una reimpostazione con maggior coinvolgimento dei medici. (D.Z.)
(Suozzi, Bollettino O. P. di Roma , Anno 50 n.8)
RESPONSABILITA' PROFESSIONALE: PRESUPPOSTI, CONDIZIONI E LIMITI
Il Medico Chirurgo, chiamato a risolvere un caso clinico di particolare
complessità, è responsabile in caso di imperizia solo nell'ipotesi
di colpa grave ai sensi dell'art. 2236 del Codice Civile. Egli cioè
è responsabile solo quando il suo comportamento sia incompatibile
con quel minimo livello di cultura ed esperienza indispensabile per l'esercizio
della professione. Nel caso in cui invece egli sia incolpato per imprudenza
o negligenza deve rispondere anche per colpa lieve, ovvero per qualunque
errore che determini l'evento dannoso qualunque sia la difficoltà
dell'intervento. L'imprudenza si configura quando il comportamento è
avventato: pur consapevole del rischio della propria azione, il Medico
nonostante ciò si determina ugualmente a effettuare l'intervento.
La negligenza si sostanzia in atti di disattenzione, disaccortezza, distrazione.
L'imperizia è l'incapacità professionale. Incapacità
che può derivare da inettitudine oppure dal mancato possesso delle
cognizioni e dell'esperienza necessarie per l'attività professionale
medica. (D.Z.)
(Cassazione Civile, Sez. III. Dec. n. 11440 del 18 Ottobre 997).
LA TUBERCOLOSI OGGI
La tubercolosi è una malattia conosciuta fin dall'inizio dei
tempi. Oggi si assiste a un suo progressivo aumento per cui 9 milioni di
nuovi casi sono diagnosticati nel mondo. I paesi industrializzati potevano
considerare la TBC un problema superato ma attualmente si rileva una tendenza
alla diffusione e ad un aumento della mortalità. Rispetto alle altre
malattie infettive la TBC differisce in quanto le modalità evolutive
della malattia e della suscettibilità dell'ospite fanno sì
che in una determinata popolazione l'epidemia turbercolare si sviluppi
nell'arco di parecchi decenni completandosi in alcuni secoli. Nel corso
del nostro Secolo si è registrata una costante riduzione degli indici
epidemiologici, l'incidenza minima in Italia è stata registrata
nell'83 con 4,9 casi per 100mila abitanti. Successivamente si è
osservata una inversione di tendenza con un raddoppio degli indici nel
1994 (9,6 casi per 100mila abitanti) probabilmente sottostimati. Tale situazione
trova riscontro anche nel resto d'Europa. Molteplici sono le cause della
recrudescenza: carenza di controlli sanitari nei confronti delle correnti
migratorie riversatesi nel nostro Paese; diffusione della sindrome di immunodeficienza
acquisita o di farmaci antireattivi, antiblastici o antirigetto che deprimono
l'immunità umorale e cellulare; abolizione della rete dei presidi
antiturbercolari avvenuta negli anni '80 con conseguente riduzione della
vigilanza e mancanza di sicuri dati epidemiologici aggiornati. É
necessario riprendere lo studio sistematico della prevalenza dell'infezione
tubercolare e una particolare attenzione da parte dei Medici di famiglia.
(D.Z.)
(R. Zamboni, Bollettino O.P. di Roma, Anno 50 n. 8)
QUALE PISTOLA PER L'ISPETTORE CALLAGHAN?
Dato che anche i Medici leggono romanzi gialli e vedono film polizieschi
può destare qualche interesse questo articolo scritto da un esperto
francese di “Balistica terminale”. L'autore vanta una notevole esperienza
fin dal 1955 in occasione degli inizi della guerra d'Algeria. Con dispiacere
deve ammettere però di non aver potuto osservare direttamente gli
effetti ad esempio delle 7,65 mm “Parabellum” e solo raramente delle 7,62
mm “Kalashnikov”!!!
Rassegna di calibri e munizionamento:
Pistole calibro 22 (5,6 mm): ne esistono due tipi:
ź munizioni subsoniche per “silenziatori” a punta cava con scarsissima
capacità di penetrazione e molta difficoltà a causare una
ferita mortale.
Aneddoto: un giorno a Tolone un barista sparò a bruciapelo con
una di queste armi nell'orecchio di un conducente di una vettura in sosta
che aveva creduto di riconoscere per un ricattatore. Il proiettile arrivò
nel condotto uditivo dell'uomo fermandovisi senza però procedere
oltre. Il ferito riportò solo la perdita dell'acuità uditiva
mentre il feritore fu condannato a 8 anni di carcere.
ź munizione a media, alta e ipervelocità. Queste munizioni
possono essere estremamente pericolose quando colpiscono un organo vitale
ma poco efficaci nelle altre occasioni .
Aneddoto: un uomo che voleva uccidere il suocero lo attese con una
carabina automatica calibro 22 “Long Rifle” e gli sparò in faccia
un primo colpo a distanza di due metri. Il proiettile attraversò
il labbro superiore e si disintegrò all'impatto facendo esplodere
un dente della vittima la quale si girò e tentò di fuggire.
Il genero nel frattempo gli sparò ancora 5 colpi al torace facendolo
cadere solo con la settima cartuccia la quale gli perforò il cuore.
Calibro 6,35 “Browning”: questo calibro può uccidere istantaneamente
se il proiettile raggiunge un organo vitale; al contrario può produrre
scarsi effetti vulneranti.
Aneddoto: il proprietario di un bar, vittima di ricattatori, ne uccise
uno con un solo colpo sparato da una vecchia pistola dal primo piano di
un edificio a una distanza di otto metri.
Calibro 7,62 mm e 7,62 mm “Mauser”.
Aneddoto: un trafficante di cocaina, armato di una “Tocareff TT33”
con cartuccia a palla blindata ferì due persone all'ufficio di un
“Night Club”, di cui uno mortalmente con tre colpi al petto. I proiettili
dopo aver attraversato il torace senza alcuna difficoltà si deformarono
contro un muro.
Il 7,65 mm “Browning”, è un calibro mal considerato negli Stati
Uniti in quanto pur essendo stabile, preciso e molto penetrante possiede
in effetti un debole potere d'arresto.
Aneddoto: un sardo vittima di un'imboscata fu colpito una prima volta
dietro la nuca obliquamente con un proiettile che rimbalzava sull'osso
occipitale scavando un solco insanguinato nella capigliatura provocandone
la perdita di conoscenza. Il secondo colpo, sparato a bruciapelo nei pressi
della tempia, dopo aver penetrato la scatola cranica si infisse in una
anfrattuosità del cranio. La vittima se la cavò con forti
mal di testa ed episodi di perdita di memoria. L'aggressore fu condannato
a nove anni di reclusione.
Statisticamente tali proiettili neutralizzano un avversario una volta
su due al primo colpo mentre arrivano al 75% al secondo colpo.
Calibro 9 mm corto, poco usato in Francia tranne che nella Corsica. Il potere di penetrazione è piuttosto scarso e con potere vulnerante simile a quello del 7,65 mm. In effetti viene calcolato un 50% di neutralizzazione al primo colpo se sparato nella zona del torace.
9 mm “Parabellum” arma da ordinanza della Gendarmeria Nazionale dotata
di elevatissima capacità di penetrazione (8 assi di abete di 25
mm contro le 5 assi per il 7,65 mm e le 3 assi per il 9 mm corto blindato)
ciò nondimeno può far registrare pietosi fallimenti.
Aneddoto: un soggetto si sparò un colpo sotto il mento usando
uno di questi proiettili, si procurò la perforazione verticale della
sua dentiera con fuoriuscita del proiettile della parte superiore della
fronte. Senza perdere conoscenza l'uomo si alzò dalla sedia, prese
un'altra cartuccia dalla scatola aperta e si sparò un altro colpo
con direzione trasversale alla tempia destra, questa volta con successo.
Statisticamente si calcola 2/3 di neutralizzazione al primo impatto
sui colpi al torace; in caso di palle espansive sembra che si possa arrivare
all'89% di arresto al primo colpo.
“38 Special” (9 mm) si dividono 1) proiettile a bassa pressione con una frequenza di neutralizzazione al primo colpo intorno al 50% e 2) proiettile ad alta pressione con una neutralizzazione dell'avversario al primo colpo in una percentuale compresa tra la metà e i 2/3 dei casi.
Il “357 Magnum” (9 mm) è, secondo l'autore la cartuccia più
pericolosa tra le manutenzioni ad armi corte con qualsiasi tipo di proiettile.
La penetrazione varia da 4 a 12 tavole d'abete di 25 mm. Malgrado questa
enorme potenza non sempre presenta un adeguato potere di arresto.
Aneddoto: una volta un ricattatore di Tolone prese di mira il locale
sbagliato: il proprietario lo invitò a sedersi a prendere il caffè
mentre poco dopo un cameriere, passando dietro di lui per porgergli la
tazzina, gli sparava nella schiena tra le costole a mezzo metro di distanza
con una “357 Magnum”. Il proiettile gli perforò il ventricolo sinistro
del cuore e uscì dal petto. L'uomo sebbene colpito, si alzò
di scatto, rovesciò il tavolo e prese il gestore del locale per
il collo. Il cameriere, terrorizzato, mancò altri due colpi poi
lo colpì al bacino facendolo cadere in terra dove poi fu finito
senza pietà.
In un'altra occasione un rapinatore sparò ad un gioielliere
due colpi al ventre con una Smith & Wesson “357 Magnum” procurandogli
due orribili ferite ma senza ucciderlo. La vittima sopravvisse.
“44 Magnum” (11 mm) munizione temibile anche se meno di quello che si
potrebbe pensare.
L'Autore racconta infatti episodi di persone che pur colpiti da una
“44 Magnum” mantenevano la forza di reagire all'aggressione.
“45 ACP” (11,43 mm), penetrazione di 4,5 tavole di legno di abete dello
spessore di 25 mm. L'autore non la considera certamente la migliore arma.
Aneddoto: un gioielliere aggredito da un uomo armato di “Colt 45”,
lo inseguì disarmato. Il bandito fuggendo sparò parecchi
colpi contro gli inseguitori colpendo tre volte lo sfortunato commerciante
che prima di cadere a terra si lamentò con l'amico pensando di essere
stato colpito da un arma a pallini.
Statisticamente la cartuccia 45 mm neutralizza un avversario due volte
su tre al primo colpo, se sparato al torace.
Aneddoto: un uomo molto alto ferito una prima volta al petto sotto
la mammella si girò e fuggì correndo col proiettile in corpo.
Fu poi colpito una seconda volta alla natica destra da un proiettile che
fuoriuscì dal fianco. L'uomo riuscì ancora a scappare rifugiandosi
in un capannone correndo ancora per cento metri schivando tre colpi esplosi
successivamente.
Questi casi sembrano dimostrare che se il colpo non è ben messo
a segno, le palle espansive dei più grossi calibri a bassa velocità
non hanno maggiore effetto di quelle blindate e nel caso contrario ambedue
sembrano ugualmente mortali.
In conclusione vengono sfatate molte leggende in tema di balistica terminale:
mentre 40 anni fa negli Stati Uniti si pronosticavano appena 5 secondi
di sopravvivenza a un ferito con il cuore trafitto con un calibro 45 oggi
se ne pronostica quasi un minuto. Inoltre nessun esperto crede più
ancora in buona fede al mito dell'arma individuale di efficacia assoluta
perché per ogni calibro conosciuto ci sono numerosi esempi di clamorosi
fallimenti.
Commento personale: l'Ispettore Callaghan farà bene a comprarsi
un mitra. (D.Z.)
(R. Caranta, Jura Medica, n.1 1998)