Gli esseri umani hanno sempre avuto, sin dalla preistoria, un contatto costante con le pianteed il mondo vegetale. Dalla necessità di alimentarsi l'uomo ha scoperto subito i primi effetti benefici o tossici delmondo vegetale che lo circondava.
Osservando il comportamento degli animali che meglio di lui sapevano scegliere tra mille erbe, arbusti e foglie della foresta, scopre da quali piante trarre il miglior nutrimento e con quali trarre sollievo ai suoi problemi fisici; nascono così le prime nozioni di Medicina Popolare.
La Fitoterapia è quindi la prima forma di medicina conosciuta dall'uomo, per lunghi secoli sarà il più importante mezzo terapeutico per lenire e curare le sue malattie. Non esiste al mondo popolo che non abbia sviluppato nella sua storia secolare una propria cultura medica in cui la conoscenza del mondo vegetale sia sempre stata la base e la fonte di tutte le primordiali tecniche terapeutiche. Dalle antiche civiltà egizia, assiro-babilonese, greca, romana, orientale (indiana e cinese), grazie agli studi di Aristotele, Ippocrate, Teofrasto, Galeno, Dioscoride, Pracelso per poi giungere sino ai tempi più recenti con Linneo, la Fitoterapia è passata dalla fase di scienza empirica a quella di vera e propria scienza medica.
Con la nascita della Chemioterapia estrattiva agli inizi del XIX secolo subisce un lento declino. Questa nuova medicina, impostata essenzialmente sulla farmacopea chimica, oltre all'innegabile progresso ha comportato la nascita di un nuovo tipo di patologie : le Malattie Iatrogene.
Per lunghi anni gli unici cultori della Fitoterapia sono stati i farmacisti (formati alla vecchia scuola dove la galenica costituiva parte importante del bagaglio culturale) e quei medici che si dedicavano allo studio ed alla pratica delle discipline una volta conosciute come " Medicine Alternative " o " Medicine Naturali" , oggi ribattezzate con il termine Medicine Non Convenzionali.
La stessa Medicina Omeopatica teorizzata alla fine del XVIII secolo da Samuel Hahneman, trae spunto ed origine dalla Fitoterapia. Ai nostri giorni assistiamo ad un nuovo interesse crescente da parte della classe medica per tale antichissima disciplina, interesse spesso reso necessario dal nascere di nuove tendenze , da mode o vere esigenze di riscoprire metodiche terapeutiche " soft " che meglio rispettino l'integrità del nostro corpo. Il pullulare di Erboristerie denota la consistenza del fenomeno .
Purtroppo il nostro paese, in assenza di una legge appropriata che regoli e disciplini il settore, permette a personale non medico, privo di specifiche conoscenze cliniche e farmacologiche, di esercitare "abusivamente" tale disciplina provocando ovvi inconvenienti (reazioni tossiche,ecc) nella popolazione, screditando quindi una tecnica terapeutica degna di attenzione e studio.
Un bisogno di un ritorno ad una Medicina più naturale ma pur sempre scientifica ha fatto sì che sia l' ONU che l' OMS favorissero nuove ricerche sulla Fitoterapia facendone una scienza sempre più attuale, anche perché nel mondo, a causa degli alti costi dei Farmaci di sintesi, molti stati in via di sviluppo fanno ancora largo uso di Farmaci vegetali (India,Cina,Corea,ecc.) PIANTA MEDICINALE: pianta che contiene uno o più sostanze (principi attivi) che possono essere utilizzate per fini terapeutici per guarire, dar sollievo e prevenire le malattie. (definizione dell' OMS 1980).
Per garantire la costante concentrazione dei principi attivi nelle varie piante (evitando l'influsso dell'ambiente e del suolo) la Fitoterapia Moderna, da non confondere assolutamente con l'Erboristeria, ricorre alla preparazione di varie forme farmaceutiche (TINTURE MADRI, ESTRATTI FLUIDI e/o SECCHI, OLII ESSENZIALI, ecc.) secondo regole ben codificate dalle più importanti farmacopee europee: siamo quindi in presenza di veri e propri FARMACI.L'Italia adotta a questo riguardo i principi della farmacopea Francese che è la più moderna e diffusa in Europa e negli altri stati.
La Medicina Moderna attinge sempre di più dai principi attivi di estrazione vegetale. Le discipline che più attingono al mondo vegetale sono la flebolinfologia ,la broncopneumologia, la dermatologia, la cosmetologia, la virologia, ecc.
Per esempio principi attivi come l'escina (Aesculus Hippocastanum) la rutina (Ruta Graveolens) le cumarine (Vaccinium Myrtillus) gli antocianosidi (Melilotus Officinalis) sono sostanze impiegate quotidianamente dagli angiologi. Le xantine (contenute in:Coffea,Theobroma Cacao,Thea Sinensis) sono tutt'ora alla base delle terapie broncodilatatrici. Disturbi dell'apparato digerente si avvalgono da sempre di sostanze amare, sillimarine ecc. (Cynara Scolymus, Sylibum Marianum, Glycirrhiza Officinalis,ecc). Le fitostimoline (Equisetum Officinalis,Hydrocotyle Asiatica) sono di comune uso dermatologico per favorire la riparazione tissutale. Gli acidi glicolici derivati dalla canna da zucchero, l'ac. malico (Malus Comunis) sono di largo impiego in cosmetologia. In urologia e ginecologia molte sono le molecole a base fitosteroli e fitormoni (Salvia Officinalis, Pygeum Africanum,Serenoa Repens, Epilobium Angustifolium). Gli alcaloidi estratti da varie piante (Papaver Rhoas, Cannabis Sativa, Aloe Vera,ecc.) vengono utilizzati in analgesia, anestesia ,terapie del dolore e terapie antiblastiche.
Molte multinazionali americane lottano attualmente per assicurarsi il controllo e lo sfruttamento di quella che viene oggi ritenuta la più grande riserva di farmaci per il futuro : la foresta amazzonica, il Mato Grosso, le foreste africane ed indo-cinesi. Grandi centri di ricerca rivisitano in chiave moderna antiche ricette e tradizioni sciamaniche alla ricerca di nuovi principi attivi da riprodurre poi in laboratorio.
Da queste ricerche e rivisitazioni abbiamo avuto grandi "intuizioni" in campo farmacologico: molti farmaci oncologici tra i quali la vincristina (Vinca Minor) ed il tassolo (Taxus brevifolia) sono così stati scoperti in natura e poi riprodotti in laboratorio.
A questo punto sorge spontanea la domanda: perché ricorrere all'uso degli estratti vegetali se possiamo usare gli stessi principi attivi naturali ma di estrazione e sintesi chimica?
La Fitoterapia, usando la pianta in toto, utilizza la sinergia dei vari principi attivi in essa contenuta, permettendo di ottenere lo stesso risultato del Farmaco di sintesi usando una dose minore e quindi con un effetto di minore tossicità. Con l'impiego della pianta, oltre ai suoi principi attivi, grazie ai suoi costituenti integrativi (enzimi, amidi, cere, albumine, sali minerali, pigmenti ecc.) avremo una entità biochimica che svolge funzione di equilibrio omeostatico a livello cellulare e tissutale, coadiuvando le funzioni vitali della cellula, intervenendo nel suo metabolismo in maniera "dolce" piuttosto che violenta.
Appare quindi sempre più necessario che il medico moderno si riappropri della conoscenza e dell'uso di tali sostanze utili per curare e lenire malattie, tenendo presente che per molte patologie che ci affliggono il ricorso quotidiano al farmaco chimico di sintesi potrebbe con il tempo essere più dannoso che utile e che piccole problematiche possono essere risolte con semplici rimedi.
La Fitoterapia permette al medico di poter facilmente realizzare una personale e mirata terapia generale e topica, formulando " cocktails " di piante ricche di specifici principi attivi, realizzando facilmente delle compresse, delle soluzioni acquose, pomate e unguenti ed altre forme farmacologiche o mediante la miscelazione delle varie forme farmaceutiche esistenti.
La conoscenza della Fitoterapia ridà al medico quel senso di padronanza sul farmaco negatagli dall'uso di farmaci preconfezionati poiché permette la personalizzazione della terapia con il massimo gradimento da parte del paziente e con una maggiore sicurezza di non generare nuove patologie iatrogene.
Dr. LUIGI de LUCIA
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