I danni cerebrali da Ecstasy somigliano a quelli della vecchiaia
Uno studio pubblicato sull'American Journal Of Psichiatry ha
evidenziato gli effetti dell' ecstasy e di altre sostanze anfetamino-simili sulle
strutture cerebrali.
Gia' era noto da precedenti indagini come queste sostanze agiscano sulla produzione della
dopamina; studi su animali avevano pero evidenziato come, oltre allo stimolo alla
produzione di dopamina da parte delle cellule cerebrali specializzate, si verificasse
anche una distruzione delle molecole deputate al trasporto del neurotrasmettitore nelle
varie parti del cervello. Mentre lo stimolo alle cellule produttrici e' di breve durata,
ed e legato all'emivita del farmaco, il danno alle molecole di trasporto si protrae
invece per mesi dopo l'assunzione dello stupefacente.
Nel corso di uno studio effettuato tramite PET (tomografia ad emissione di positroni) sono
stati esaminati soggetti che facevano uso regolare di metanfetamina; e' stato ricontrato
come in tali soggetti la concentrazione di molecole di trasporto della dopamina fosse del
20% inferiore al normale. Tale effetto era riscontrabile particolarmente nelle aree
cerebrali preposte a movimento, concentrazione, decisione. Il deficit permaneva per
diverse settimane dopo la cessazione dell'assunzione dell'anfetamina.
La diminuzione di trasportatori cerebrali riscontrati in questi soggetti era paragonabile
a quello che si riscontrava in soggetti di almeno 20-30 anni piu' anziani. Infatti nei
soggetti anziani si rileva, fisiologicamente, proprio la riduzione del numero di molecole
che trasportano dopamina, e proprio questa diminuzione sarebbe la causa dei problemi di
movimento, concentrazione e memoria che si verificano negli anziani.
I consumatori di anfetamine, messi a confronto con un gruppo di controllo costituito da
soggetti non consumatori, hanno evidenziato reperti nettamente patologici.
E' da verificare l'ipotesi, preoccupante, che tale riduzione di molecole cerebrali possa
avere influenza anche nell'insorgenza e nel peggioramento del morbo di Parkinson, essendo
anch'esso causato dal malfunzionamento nella produzione e nel trasporto della dopamina
cerebrale.
Le Scienze n. 393 - Maggio 2001