LA COMUNICAZIONE TELEMATICA INTERPERSONALE
(Ovvero: L' insulto telematico: se lo conosci, lo eviti... ).

1) BASI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE:
"E' impossibile non comunicare". Da quando l' assioma di Watzlavitz e' stato espresso, e' rimasto come base della moderna scienza delle comunicazioni interumane.
Qualsiasi interazione tra esseri umani reca in se' deimessaggi; perfino il rifiuto di comunicare costituisce sempre una forma, molto evidente a volte, di comunicazione.
Qualsiasi rapporto interumano, indipendentemente dalla forma in cui si manifesta (orale, scritta, simbolica, gestuale)trasporta quindi una comunicazione e soggiace percio' alle regole generali che governano le comunicazioni stesse.

La comunicazione e' composta essenzialmente di
-un soggetto trasmittente
-un contenuto
-un mezzo di trasporto del contenuto
-un soggetto ricevente.
Perche' la comunicazione arrivi a compimento occorre che:

-Il mezzo sia adeguato al trasporto del contenuto.
-Sia il trasmittente che il ricevente possano riconoscere il mezzo e decodificare il contenuto, abbiano cioe' un insieme di regole comuni da applicare nei rispettivi ruoli.

2) COMUNICAZIONE VERBALE E NON-VERBALE
E' ben noto che la comunicazione tra esseri umani e' basata essenzialmente sul mezzo verbale. La parola (duttile, infinitamente combinabile, esprimente un contenuto generalmente preciso in quanto, tra soggetti di una stessa madrelingua, ben codificato e codificabile), e' capace di trasmettere una amplissima gamma di contenuti. Puo' essere percio' considerata la componente "digitale" della comunicazione.
A questa si abbina la componente non verbale, idonea a trasportare una gamma limitata di contenuti ed essenzialmente basata sull' espressione degli stati emotivi. Tale componente corrisponde alla parte "analogica" della comunicazione ed e' deputata a dare "colore" emotivo alla componente digitale nei limiti e nelle forme che si diranno poi.

Esistono forme di comunicazione basate con assoluta prevalenza su l'una o l' altra componente: la pittura o la musica ad esempio sono tipiche espressioni di comunicazione "analogica" o "non verbale"; il linguaggio tecnico esprime invece la tendenza opposta con esigenza di massima precisione di significato verbale.
Il linguaggio verbale puo' in certi casi "mimare" l' espressivita' non-verbale: nel romanzo o nella poesia, ad esempio, la parola (digitale) tenta di evocare gli stati emotivi tipici dell' analogico.

Si tende generalmente, nell' ambito dei rapporti interumani, ad attribuire maggiore importanza alle comunicazioni verbali o "digitali" in quanto ritenute "oggettive", a differenza della comunicazione analogica (o meglio, della sua interpretazione da parte del ricevente) ove esiste una forte quota di soggettivita'.

L' usuale comunicazione interpersonale e' basata generalmente su un misto delle due componenti,
in cui la componente non-verbale "e' la componente essenziale della comunicazione".

Infatti la parola trasmette i suoi contenuti che, pur codificati, mantengono generalmente un margine di ambiguita' per cui vengono interpretati dal ricevente in base ad una chiave cifrata fornita dalla sottostante (e spesso non avvertita) componente non-verbale.
E' ben noto come la stessa frase pronunciata in un contesto o con tonalita' diverse possa assumere significati del tutto contrapposti e come una singola frase estrapolata dal
contesto possa essere completamente fraintesa.

3) IL VALORE DEL CONTESTO:
In ambito comunicativo IL CONTESTO E' TUTTO.
E' il contesto che ci dice se il linguaggio in quel momento esprime un concetto "tecnico" e quindi letterale o un concetto "discorsivo", e quindi in certa parte ambiguo. Ed e' il contesto che fornisce la chiave per interpretare questa ambiguita'. E' incredibile osservare come qualsiasi concetto espresso in una normale conversazione, se analizzato letteralmente, sia stravolgibile e non-letterale in quanto basato su metafore, similitudini, parallelismi eccetera.

La componente non-verbale si manifesta in una ampia gamma di modalita':
-Modalita' interpersonali dirette (tono di voce, mimica facciale, atteggiamento del corpo ecc.). Non ci interessano in questo contesto.
- Modalita' "a distanza" (argomento oggetto dell' attuale articolo).
Le modalita' a distanza sono surrogati delle modalita' dirette e mimano gli atteggiamenti interpersonali diretti con mezzi verbali (simulanti atteggiamenti non-verbali).

Esistono fondamentalmente due modalita' comunicative a distanza:
-La comunicazione impersonale (diretta ad una platea indifferenziata, e priva di feed-back diretto, come negli articoli di giornale, trasmissioni TV ecc)
-e quella personale (diretta verso persone ben precise e dalle quali si puo' avere risposta o riscontro immediato).
Le due possibilita' richiedono tecniche comunicative pratiche diverse.

4) UNA CORRETTA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE A DISTANZA
In questo tipo di comunicazione il trasmittente si trova nella situazione di dover supplire all' assenza del ricevente, e quindi di dover manifestare verbalmente quanto, in un incontro diretto, avrebbe comunicato in modo non-verbale.
Cio' si ottiene con varie tecniche:
Nelle lettere, ad esempio, e' sommamente importante l' apertura, in quanto fornisce il "colore" al testo successivo:
una apertura affettuosa o scherzosa riesce a rendere gradevoli frasi che, con una apertura gelida o formale sarebbero inaccettabili. Molta importanza assume pero' anche la contestualizzazione in base ai rapporti preesistenti tra i comunicatori epistolari in quanto tale contesto sara' usato dal lettore per colorire emotivamente (e quindi interpretare nel corretto significato) i messaggi. Un incipit del tipo "vecchio farabutto" tra vecchi compagni d' arme ha un colore emotivo ben diverso che, per esempio, tra un creditore ed un debitore insolvente. I romanzieri conoscono perfettamente l' importanza dell' incipit, che da' la chiave di lettura di tutto il testo.

Il giornalismo, le discipline legali, la politica ecc. annoverano tra le loro tecniche una infinita' di metodi verbali per esprimere un substrato emotivo trascendente (e interpretante) la pura letteralita' del testo.

5) ...DIGRESSIONE SOCIALE
In alcuni paesi, soprattutto negli S.U. si tenta di "digitalizzare" totalmente la comunicazione interumana, di dare cioe' alla letteralita' verbale un significato pregnante e assoluto, indipendente dalla coloritura non verbale. Questo processo incontra i suoi scogli maggiori proprio nei campi dove l' emotivita' e ' prevalente sulla letteralita', come nei rapporti amorosi e sessuali. Sono giunte fino a noi le dispute basate su "molestie sessuali" vere o presunte. Il leit-motiv e' pressoche' identico: il molestatore (in genere un uomo) si difende asserendo una "provocazione", cioe' un invito implicito reso evidente da certi
atteggiamenti che rendevano ininfluenti eventuali esplicitazioni verbali contrarie; la vittima evidenzia invece la sua verbalita' contraria, minimizzando il significato degli atteggiamenti non verbali.
La legge statunitense e' orientata verso la predominanza del linguaggio verbale, ma la cosa reca un evidente gravissimo disagio in quanto non e' possibile ad un essere umano prescindere dagli altri atteggiamenti espressivi.

Questo e' evidente ancor di piu' quando tali episodi vengano visti in un' ottica transculturale: un "no", che per la legge statunitense significa solo ed esclusivamente "no", per culture diverse puo' avere invece un ventaglio di diversi significati: "no e basta", "non ancora" "non ho deciso" e perfino l' esatto contrario: "devi essere piu' insistente e deciso" (si pensi a certe culture in cui la donna, se e' seria, deve dire sempre di no ed essere praticamente "costretta").
E' mia convinzione che molti di questi episodi di cronaca nera siano basati su effettivi malintesi interpretativi non-verbali.

6) INTERNET
I problemi della comunicazione interpersonale hanno trovato recentemente un nuovo e diverso campo di applicazione nella telematica. Tale genere di comunicazione ha obbligato a diversi e nuovi modi di esprimersi: la digitazione manuale, la lentezza delle trasmissioni, l' onerosita' del tempo impiegato ecc. hanno comportato la necessita' di concisione (e quindi l'abolizione delle premesse e delle verbalizzazioni che davano colore alle lettere tradizionali) culminando nella cosiddetta Netiquette.
Le comunicazioni telematiche aquisterebbero pecio' un sapore "telegrafico" idoneo a messaggi "tecnici", tipicamente privi cioe' di coloritura emotiva anche per contenuti di tutt' altro genere.
Per i messaggi informali allora venivano istituzionalizzate le "faccine". Se ne sono ideate di diversi tipi, ma non tutte di universale riconoscimento e interpretazione; tali elementi sono pero' invisi a molti, vuoi perche' non idonei a rappresentare una vasta gamma emotiva, vuoi perche' visti come ridicoli, poco seri o comunque riduttivi. Inoltre anche le "faccine", per la loro ambiguita' rappresentativa, possono soggiacere ai limiti della comunicazione "analogica" in quanto alterabili dal contesto nel loro significato primario: una faccina "triste", ad esempio, se messa al termine di una frase spiritosa puo' acquistare il sapore (contrario!) di "sogghigno ridente": "..te lo presterei, il libro, ma poi mia moglie mi picchia... :-( "

I progressi tecnici hanno infine, fortunatamente, superato l' esigenza di concisione riportando quindi, potenzialmente, alle regole della comunicazione epistolare preesistente.

7) NEWSGROUP E MAILING-LIST
Ng e m-l occupano un posto particolare in questo panorama in quanto rappresentano una forma mista tra l' articolo (impersonale e destinato alla massa) e la lettera (personale e destinata al singolo). Questa commistione di ruoli fa si' che i messaggi possano essere visti sotto ottiche di volta in volta differenti e soggiacciano quindi a regole ancora diverse.
E' frequente nelle m-l, ad esempio, la comunicazione "obliqua", quella cioe' del "parlar a nuora perche' suocera intenda". In altre parole l' autore puo', rivolgendosi ad un singolo, inviare un messaggio generale all' intera platea dei partecipanti come pure al contrario, sotto l' apparenza di un discorso generale, indirizzare pesanti allusioni al singolo.
La forma "epistolare" poi induce il lettore, entro certi limiti, a colorire personalmente il messaggio come se diretto a se' stesso, con conseguenti stravolgimenti del significato.

Il fenomeno dello stravolgimento "soggettivo" da parte del lettore (che vede erroneamente come attribuiti a se' stesso alcuni contenuti sgradevoli espressi generalmente) e' molto frequente, tuttavia queste tecniche possono essere effettivamente usate a scopo offensivo, piu' o meno consapevolmente, da autori di messaggi particolarmente abili o esperti: pur mandando un messaggio apparentemente generico i trasmittenti sono spesso consapevoli che quel particolare lettore lo leggera' in una chiave del tutto personale. Si affina cosi' una potente arma di offesa a cui la vittima spesso non puo' opporre adeguata difesa in quanto, considerando il messaggio letteralmente, non e' riscontrabile alcuna parola esplicitamente offensiva.

Nella comunicazione telematica (specie nei ng e nelle m-l per i motivi spiegati prima) e' quindi possibile (anzi spesso necessario) il "
processo alle intenzioni" da parte dei moderatori, senza il quale la lista puo' diventare "ostaggio" di un comunicatore particolarmente aggressivo e/o abile sotto l' aspetto verbale.

8) L' INSULTO TELEMATICO, SE LO CONOSCI, LO EVITI
Da quanto sopra deriva che, nella comunicazione telematica di gruppo occorre seguire una serie di regole diverse rispetto agli altri ambiti di comunicazione:
-
Contestualizzazione del messaggio fin dalle premesse: una introduzione esplicita permettera' all' interlocutore di inserire subito il messaggio nel giusto contesto.
Un inizio come : "Non chiacchiere, collega, ma fatti!" introduce una tonalita' di polemica aggressivita' che dara' analoga chiave di lettura per tutto il testo seguente.
Un inizio come "Sono spiacente di non poter essere d' accordo" indica una volonta' di contraddire quanto detto dall' interlocutore, ma con tono piu' pacato e minore valenza aggressiva.
"Ma dove hai potuto leggere una cosa simile?" e' invece un incipit di ambigua intrpretazione (leggibile sia in tono scherzoso che aspramente polemico), e va immediatamente contestualizzata nelle frasi immediatamente seguenti. In mancanza di cio', infatti, ciascun interlocutore lo interpretera' sulla base del "proprio" contesto, cioe' in base alle proprie precedenti esperienze con quello stesso interlocutore colorando di conseguenza sulla stessa base tutto il testo seguente. Succedera'percio' che il messaggio risultera' offensivo per qualcuno, scherzoso per qualcun altro, neutro per altri ancora. Puo' essere una potente arma in mano ai polemisti "professionali".

-
Esplicitazione ridondante: e' necessario che le intenzioni siano esplicitate in modo ampio e indiscutibile anche a costo di una certa ridondanza; le ambiguita' vanno tenute al minimo e possibilmente eliminate del tutto in quanto la presenza di ambiguita' in un testo per il rimanente esplicito crea zone d' ombra in cui possono essere proiettati contenuti
soggettivi impropri.
E' preferibile sprecare qualche byte in piu' piuttosto che lanciare messaggi equivoci!

-
Empatia da frequentazione: se un soggetto e' gia' ben noto per un suo particolare atteggiamento abituale, ogni suo messaggio sara', inizialmente, contestualizzato in quel suo atteggiamento. Chi e' noto per essere sarcastico, verra' interpretato come tale in ogni suo intervento; lo spiritoso, lo stesso. Se persone di questo tipo vogliono cambiare il "colore" di un messaggio, dovranno fare uno sforzo aggiuntivo non indifferente.
Non e' comunque auspicabile basarsi, nei propri messaggi su qusto tipo di "conoscenza" perche' puo' capitare di accorgerci di essere meno conosciuti (e compresi) di quanto si credesse, con conseguente fraintendimento e "insulto telematico" del tutto involontario.

Attenzione, percio', sia a scrivere che a leggere. E' importante non trasformarsi in prepotenti offensori (volontari o involontari) ne' in suscettibili piagnoni; la virtu' e' nella chiara assertivita'. Nella via di mezzo, cioe'!

NOTA: I continui progressi del linguaggio informatico sono enormi: il linguaggio HTML permette di variare "tipograficamente" la scrittura, con una espressivita' enormemente maggiore; sara' presto possibile inserire immagini e ornamenti. I limiti dell' espressivita' telematica saranno presto superati, e questo articolo diverra' presto obsoleto. Pazienza! Sara' l'occasione per scriverne un altro!!

Molti testi hanno indicato la via. Principalmente:

-Bandler e Grinder "La struttura della Magia" - Astrolabio
-Watzlavitz "Change; ...la risoluzione dei problemi" -
Astrolabio
- .... Il linguaggio silenzioso-..

Il resto (soprattutto i riferimenti a Internet) e' elaborazione mia, e me ne assumo la responsabilita'.
Pareri e consigli (anche critici) sono VERAMENTE graditi.


Qualcuno puo' aver letto allusioni irritanti ad episodi passati. In tal caso posso solo scusarmi e affermare, con assoluta chiarezza, che non c'e' alcun intento neppure minimamente personale e/o offensivo: le esperienze passate hanno pero' effettivamente fornito un importante punto di partenza e uno spunto di meditazione che mi ha consentito di capire meglio certi meccanismi nonche' riconoscere (e spero superare) errori e pregiudizi.
Il passato e' passato.
Il futuro e' un' altra cosa.
Saluti a tutti
Daniele Zamperini