In seguito ad una discussione telematica sull' argomento, ho fatto
una piccola ricerca sugli emolumenti dei MdF negli anni. Il metodo non
e’ altamente scientifico (ho consultato le denunce dei redditi di qualche
amico non giovanissimo, come me) e le ho rapportate al numero degli assistiti
in carico. Ho poi trasformato, in base ai coefficienti ISTAT, le cifre
di allora in quelle di adesso. Senza pretesa di precisione assoluta posso
pero’ affermare che in 25 anni ABBIAMO PERSO CIRCA
IL 70% DEL POTERE DI ACQUISTO dei nostri emolumenti. Nel 73 si guadagnavano
QUATTRO VOLTE le cifre attuali!
Questo evoca interessanti implicazioni: ogni anno abbiamo perso,
mediamente, il 2-3% ; ogni rinnovo contrattuale, malgrado le dichiarazioni
di vittoria ("abbiamo ottenuto…") abbiamo perso circa il 9% .
Un disastro!!!
Se l’ andamento continua cosi’, andremo in pensione con emolumenti
che saranno, in valore reale, la meta’ degli attuali.
E’ evidente che e’ fondamentale arrestare, se non invertire questa
tendenza.
Alla debacle economica si affiancano pero’ alcuni fattori diversi:
i medici, nello stesso periodo di tempo, SONO TRIPLICATI (dati della FNOMceO).
L’ incremento dei medici di famiglia non segue lo stesso trend, ma l’abbassamento
del rapporto ottimale a 1000 ne ha notevolmente aumentato il numero. Ai
MdF si sono aggiunti poi i Pediatri di base, che hanno stornato parte delle
risorse destinate alla Medicina di base.
Un’ altra parte delle risorse e’ stata stornata per la Medicina
dei Servizi: abbiamo ottenuto certamente un notevole miglioramento della
qualita’ della vita (l’ abolizione dell’ obbligo di disponibilita’ notturna
e festiva e’ stata una conquista importantissima) ma l’ abbiamo in realta’
pagata di tasca nostra destinando ad essa parte delle risorse riservate
dapprima a noi.
In definitiva e’ successo che, ad ogni apparente
aumento contrattuale, parte delle risorse veniva invece ridistribuita
(mediante una modifica delle varie normative) tra un numero notevolmente
superiore di soggetti.
Colpa dei Sindacati?
In alcuni casi ritengo di si’, tuttavia anche i Sindacati (TUTTI
i Sindacati) si trovano stretti tra la pletora medica, l’ autorita’ legislativa
e le lotte interne tra categorie.
All’ interno della nostra categoria c’e’ da sempre una lotta tra
coloro che "vivacchiano" e quelli che si impegnano e investono tempo, fatica
e denaro nella professionalita’.
E’ certo che il sistema capitario e’ disincentivante e premia i
"nullafacenti": lo sapevamo dall’ inizio. Le esigenze economiche generali,
che sono ormai diventate prioritarie, ci costringono pero’ attualmente
a lottare piu' per la sopravvivenza che per ottenere miglioramenti sostanziali
per tutti.
L’ unica via percorribile e’ quella dei miglioramenti economici
selettivi legati alla qualita' del servizio, nonche’ la difesa della libera
professione residuata.
Per questo motivo, cercando di riparare agli errori del passato,
anche i Sindacati hanno ripreso con piu’ vigore questa strada. Tenendo
presente che in questa sede io esprimo solo le mie idee senza essere portavoce
di alcuno, devo dire che ho rilevato un grosso mutamento di rotta: il computer
(e in generale le nuove tecnologie) sono entrate alla grande nelle prospettive
di sviluppo. In meno di un anno la FIMMG ha costruito e strutturato uno
dei migliori Centri Telematici con contatti e ramificazioni in tutta Italia;
e’ stato costituito un importante Archivio Informatico; si sta favorendo
con ogni incoraggiamento possibile l' informatizzazione e in generale il
miglioramento tecnologico dei MdF (senza contare i Corsi di Aggiornamento,
ahime' non frequentatissimi, ma questa e' colpa esclusivamente dei singoli).
Questo, almeno nelle speranze di tutti, dovra' tradursi senz’altro in incentivazione
economica.
Benche’ io faccia parte dei fautori della tecnologia, sento pero’
il bisogno di tenere in considerazione le necessita’ dei colleghi piu’
anziani che, avendo un tesoro di esperienza personale, riescono ancora
a lavorare egregiamente senza computer; ce ne sono, e non sarebbe giusto,
secondo me, penalizzarli eccessivamente; ogni mutamento dovra’ essere,
per forza di cose, molto graduale e progressivo.
Per quanto riguarda la libera professione
devo dire che, finiti i plausi alla sciagurata incompatibilita’ voluta
dalla Bindi (sciagurata perche' camuffata da normativa neutra ed equalizzatrice,
perseguiva invece la redistribuzione dei redditi al di fuori della MdF,
impedendo indiscriminatamente anche attivita' niente affatto incompatibili,
per un' evidente scelta ideologica) i massimi Dirigenti della FIMMG hanno
espresso piu’ volte, sia pubblicamente che in sede di riunioni di alto
livello, la ferma anzi fermissima volonta’ di difenderla
con tutti i mezzi, anche tornando alla conflittualita’ pre-concertazione.
Dovremmo averne una definitiva conferma al prossimo Congresso di Perugia.
E’ chiaro che per una soluzione definitiva dovrebbe mettersi un
argine alla pletora medica (cosa osteggiata fortissimamente dai potenti
Universitari, che vedrebbero diminuire, con un drastico blocco delle iscrizioni,
la loro forza e il loro ruolo).
E' importantissimo poi che, nella discussione
e nella valutazione dei Contratti, si impari a prendere in maggior considerazione
la parte normativa piuttosto che quella puramente economica.
Forse ho perso qualche aggancio pratico aprendo una discussione
sui massimi Sistemi, ma sara’ possibile certamente approfondire i particolari
in altre occasioni.
Daniele Zamperini (1997-98)
Le idee espresse in questo articolo sono del tutto personali.