Ramipril e incidenza di insufficienza cardiaca nei pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari
E’ stato valutato se il Ramipril , un Ace inibitore , fosse in grado di prevenire lo sviluppo di insufficienza cardiaca nei pazienti ad alto rischio, senza bassa frazione d’eiezione o insufficienza cardiaca. Un totale di 9.297 pazienti è stato assegnato in modo random a ricevere Ramipril (10 mg/die ) o placebo per 4,5 anni.
Morte attribuibile ad insufficienza cardiaca, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca o sviluppo di segni o sintomi tipici dell’insufficienza cardiaca si sono sviluppati in 951 pazienti.
L’incidenza di insufficienza cardiaca è risultata significativamente aumentata in presenza di malattia coronarica (risk ratio, 2,17 ), microalbuminuria ( 1,82 ), ipertrofia ventricolare sinistra ( 1,47 ), invecchiamento ( per decade 1,37 ) e diabete ( 1,36 ).
Il trattamento con Ramipril ha ridotto l’incidenza di insufficienza cardiaca di nuova insorgenza dal’11,5% al 9% ( rischio relativo: 0,77; p< 0.0001 ).
La riduzione dell’insufficienza cardiaca di nuova insorgenza con Ramipril è avvenuta sia nei pazienti con infarto miocardico ( rischio relativo: 0.87 ) che senza ( rischio relativo : 0,78 ).
Il Ramipril ha ridotto maggiormente la percentuale di insufficienza cardiaca nei pazienti con pressione sistolica di base al di sopra della mediana ( 139 mmHg; rischio relativo: 0,67 ) rispetto a quelli con pressione sistolica al di sotto ( rischio relativo: 0,91
Circulation 2003; 107:1284-1290