Aggiornamento e varie attualita' a cura di:
Daniele Zamperini md8708@mclink.it, Amedeo Schipani mc4730@mclink.it,
Massimo Angeloni mc1448@mclink.it
e Maurizio Pino mpino@itelcad.it
"GEMELLATA" con Med-News di Enzo Brizio (ebrizio@bigfoot.com)
Il file, su
semplice comunicazione ad uno dei redattori, viene inviato gratuitamente a chiunque ne
faccia richiesta. Si consiglia caldamente l' iscrizione alla lista gemella, specializzata
in garndi trials internazionali.
L' archivio dei numeri
precedenti di Pillole e' consultabile su: http://utenti.tripod.it/zamperini/pillole.htm
(Visitate anche le altre pagine,
sono ricche di informazioni!)
INDICE GENERALE |
PILLOLE
- PRESCRIZIONI ED EQUIVOCI TRA PAZIENTE E MEDICO IN MEDICINA GENERALE
- ABUSI ALL' INFANZIA: DALLA SEGNALAZIONE ALL' INTERVENTO
- BUGIARDI MIGLIORI DI QUANTO SEMBRI (quando il linguaggio del corpo mente)
- GENETICA DELL' OBESITA'
- HCV: NON SOLO FEGATO (le malattie correlate all' epatite C)
- SULLEZIOPATOGENESI DELLATOPIA E DELLASMA ALLERGICO
- AMIODARONE E TIROIDE
MINIPILLOLE
- Anomalie neuropsichiche
nel calciatore dilettante
- Adenoidectomia e tonsillectomia nellotite media ricorrente
- Ceppi non patogeni di E. Coli nella terapia della colite ulcerosa
- Due farmaci meglio di uno nell' epatite C
- La nevirapina, economica ed efficace nella prevenzione del contagio
neonatale da HIV
- Protezione solare quotidiana e beta-carotene nei carcinomi cutanei
APPROFONDIMENTI
- ANALISI ED ERRORI NEGLI ACCERTAMENTI DI LABORATORIO PIU' COMUNI
NORMATIVA
- Un pericolosissimo decreto-legge sul riconoscimento del danno alla persona per le lesioni di lieve entità
UTILITA'
Elenco (indicativo) dei prodotti e delle sostanze
potenzialmente dannosi nei soggetti affetti da Favismo (deficit di 6GPHD).
CURIOSITA' MEDICHE
La strana storia di Esculapio
e del suo serpente (di Franco Petrella)
Convegni e
Congressi
(locandina linkabile cliccando i titoli durante
il collegamento)
-Aspetti
Giuridici e Medico-Legali del diritto alla salute e del diritto alla vita, Vasto (Ch)
28-29 aprile 2000
-Corso di aggiornamento in
andrologia clinica (Firenze 22-27 maggio 2000
-Diabete,
Epidemiologia e Informatica, Villasimius (Cagliari) 1-3 giugno 2000
-La valutazione
dell' invalidita' da patologia oncologica (6-8 aprile 2000)
-Decimo Congresso
Nazionale Societa' di Medicina Interna, Torino, 18-22 novembre 2000
-La Medicina
Necroscopica oggi: aspetti pratico-applicativi, Alghero, 27-29 aprile 2000
-XXIII Giornate
Endocrinologiche Pisane, Pisa, 28-30 giugno 2000
PILLOLE
PRESCRIZIONI ED EQUIVOCI IN MEDICINA GENERALE
Questo studio qualitativo è stato fatto per identificare e descrivere gli equivoci
che insorgono tra pazienti e medici in relazione alle decisioni prescrittive in medicina
generale, in particolare quelli che sono suscettibili di provocare o provocano realmente
conseguenze sfavorevoli per lassunzione di farmaci. Hanno partecipato allo studio 20
medici, di venti general practices inglesi delle West Midlands e del south east England, e
35 pazienti ambulatoriali.
Gli equivoci in relazione alle prescrizioni sono elencati nella tabella che segue, divisi
per categorie.
Informazioni sul paziente sconosciute al medico 1. Il paziente non riferisce fatti rilevanti nellanamnesi: per esempio, precedenti effetti collaterali, supponendo erroneamente che il medico ne sia consapevole 2. Medico non a conoscenza delle opinioni del paziente sui farmaci o delle sue preoccupazioni riguardo ai sintomi o la terapia: per esempio, lutilizzo ripetuto di penicillina e la conseguente "immunità" agli antibiotici 3. Medico con percezione sbagliata di ciò che il paziente vuole: per esempio, presuppone che il paziente voglia una prescrizione quando non la vuole e viceversa 4. Medico non a conoscenza delluso da parte del paziente di farmaci alternativi o da banco, sia per omessa indagine sia per occultamento attivo 5. Medico inconsapevole del fatto che il paziente ha modificato la dose o è confuso sul dosaggio: per esempio, il medico ignora che il paziente riduce regolarmente la dose Conoscenze del medico ignote al paziente 6. Il paziente non capisce lazione del farmaco: per esempio, pensa che uno steroide per via inalatoria prevenga la bronchite 7. Il paziente che ignora la dose corretta: per esempio, il medico dice al paziente di ridurre la dose di lassativi, ma il paziente sembra inconsapevole di ciò 8. Il paziente vuole informazioni e il medico non capisce ciò, o ritiene che il paziente non abbia bisogno di conoscere o non voglia capire: per esempio, il paziente vuole informazioni sui rischi e benefici di un intervento chirurgico al naso che gli è stato proposto, ma invece riceve due prescrizioni per un raffreddore Fornitura di informazioni conflittuali 9. Paziente confuso da consigli conflittuali provenienti dal medico e da altre fonti di informazioni: per esempio, il medico generale e il medico dellospedale danno consigli differenti riguardo al dosaggio Disaccordo sullattribuzione degli effetti collaterali 10. Ci sono equivoci o disaccordo sulle cause di effetti collaterali: per esempio, il medico non accetta la relazione del paziente di effetti collaterali in quanto il computer indica erroneamente che il farmaco è stato prescritto solo due giorni prima Mancata comunicazione del giudizio del medico 11. Il paziente non capisce, non ricorda o non accetta la diagnosi: per esempio, il paziente pensa di avere unangina in quanto gli è stato prescritto Adalat, ma il medico dice al paziente che ha una claudicatio intermittens 12. Il paziente non capisce la scelta terapeutica: per esempio, il paziente non capisce come il medico possa prescrivere in assenza di una diagnosi Fattori relazionali 13. Il paziente dà per scontato che la prescrizione sia necessaria semplicemente perché è scritta, in casi in cui il medico non pensa che la prescrizione sia strettamente necessaria: per esempio, il paziente ritiene che il rinnovo di una prescrizione ripetitiva implichi lapprovazione del medico, mentre il medico non vuole contrariare il collega che ha prescritto originariamente il farmaco 14. Il medico prescrive e il paziente prende le medicine, entrambi per riguardo salvaguardare il rapporto: per esempio, il paziente prende un farmaco che ritiene non necessario per timore che una terapia successiva possa essere negata. |
Tutti gli equivoci erano associati a mancata partecipazione attiva del paziente
nel corso della visita, nel senso di esprimere le proprie attese e preferenze o di
esprimere pareri sulle decisioni e le azioni del medico. Tutti gli equivoci erano inoltre
associati a potenziali o reali conseguenze negative, quali la non aderenza alla terapia.
Molti erano basati su supposizioni e convinzioni errate. I medici in particolare
sembravano inconsapevoli dellimportanza delle idee del paziente sulle medicine per
il successo della prescrizione.
Le conseguenze negative per i pazienti consistevano in:
- Non aver ricevuto prescrizioni
- Non aver preso i farmaci prescritti
- Non corrispondenza tra farmaco prescritto e farmaco preso dal paziente o che questo
intendeva prendere.
Conclusioni. La partecipazione attiva dei pazienti nel corso della visita e le
conseguenze negative della mancata partecipazione sono importanti. Sono verosimilmente
necessarie modifiche del comportamento sia dei pazienti sia dei medici. Tuttavia,
considerando lo sbilanciamento di potere a favore dei medici, sembra che ricada
maggiormente su questi lonere di sollecitare le idee e le aspettative dei pazienti
dimostrando così che queste informazioni sono un valido e necessario contributo alla
consultazione. In aggiunta al saper ascoltare, i medici devono anche saper fare le giuste
domande.
British Medical Journal, 19 febbraio 2000
ABUSI ALL' INFANZIA: DALLA SEGNALAZIONE ALL' INTERVENTO
Classificazione (Montecchi, 1998)
Maltrattamento fisico |
Manifesta e riconoscibile, di solito meno dannosa per il bambino, salvo le forme piu' estreme. |
Maltrattamento psicologico |
Difficile da dimostrarsi, devastante per lo sviluppo della personalita' del bambino. |
Patologia della fornitura di cure |
Carenza di cure o inadeguatezza quantitativa o
qualitativa delle cure offerte:
|
Le diverse forme di maltrattamento evidenziano fondamentalmente l'
inadeguatezza dei genitori a provvedere ai bisogni e alle esigenze dei figli. Cio' puo'
derivare da una condizione di disagio sociale o psicologico, o da una psicopatologia
eventualmente presente.
La diagnosi dell' abuso:
Piu' che alle manifestazioni fisiche dell' abuso, ben rappresentate nei testi di
semeiotica e di medicina legale, occorre puntare l' attenzione sulle manifestazioni
psico-comportamentali, che spesso sfuggono all' osservatore poco smaliziato.
Sintomi e disturbi sostitutivi sospetti comunemente osservati:
Ad ogni eta': Dolori addominali |
Eta' Prescolare Vischiosita' affettiva |
Eta' scolare Diminuz.rendimento scolastico |
Adolescenza Gli stessi dell' eta' scolare piu': Reazioni di fuga |
Contrastare l' abuso:
Occorre che quanti vengano a conoscenza di un caso sospetto di abuso (medici e operatori
scolastici in primo luogo) si astengano dal cercare soluzioni oruginali ne' cerchino di
affrontare i solitudine il difficile e pericoloso iter del riconoscimento e del
trattamento di un caso di abuso. Occorre invece attivale le procedure previste e
sperimentate, divisibili schematicamente in stadi:
Rilevazione di un caso di sospetto o certo maltrattamento.
Segnalazione alla Magistratura Minorile degli elementi rilevati. La Magistratura
valuta gli elementi e decide se siano tali da imporre provvedimenti (che possono
comprendere l' allontanamento dal nucleo familiare).
Valutazione della natura degli abusi e della possibilita' di recupero dei rapporti
familiari.
Trattamento, costituito da affiancamento e sostegno della relazione genitori-figli
o, qualora cio' non si ritenga possibile, da sostituzione dei riferimenti genitoriali da
parte del bambino attraverso psicoterapia, adozione o affidamento, a seconda dei bisogni
del minore stesso.
(G.F. Visci e al., Scienza e Management, n.4/5 1999)
BUGIARDI MIGLIORI DI QUANTO SEMBRI
Continuamente noi diciamo ben consapevolmente cose che non rispondono a realta.
Quando lodiamo lorribile vestito di qualche conoscente, quando ci complimentiamo per
una immeritata promozione e cosi via. Noi ci sentiamo spesso colti in fallo convinti
che allesterno si veda il nostro disagio e si intuisca la nostra posizione di
mentitori. Invece e' stato osservato che spesso il nostro linguaggio corporeo (che siamo
abituati a considerare molto rivelatore) non viene correttamente interpretato dagli altri.
Alcuni ricercatori (Gilovich e al.) ad esempio con una serie di divertenti esperimenti
hanno confutato lidea corrente che gli altri riescano ad indovinare cosa realmente
pensiamo e sentiamo. In uno di questi esperimenti i soggetti (che chiameremo
"mentitori") dovevano cercare di ingannare gli osservatori e poi cercare di
indovinare quante volte sarebbero stati scoperti. I risultati hanno dimostrato che di
fronte a una alta percentuale di attesa di essere scoperti, questo avveniva effettivamente
in una percentuale molto inferiore dei casi. Agiva nei mentitori la cosiddetta
"illusione della trasparenza" per cui si pensava che il proprio linguaggio
corporeo fosse molto piu' eloquente del vero.
In altri esperimenti venivano fatte bere sostanze acide o dolci, in altre occasioni
venivano simulati dei concorsi con elementi di disturbo volutamente creati dagli
osservatori ma in tutti questi casi non esisteva corrispondenza tra comportamenti erronei,
percentuale di individuazione da parte degli osservatori, previsione di individuazione da
parte dei mentitori.
Tutto cio' comporta che, potendo essere noi intimamente convinti che i nostri sentimenti
traspaiano dalle nostre azioni, si possono verificare una serie di malintesi e di errori
comportamentali nelle relazioni con gli altri. Cosi' pure gli altri, credendo di saper
interpretare correttamente i nostri sentimenti nascosti, possono incorrere in errori
clamorosi: non si puo ancora affermare con certezza se cio' sia dovuto di piu' a un
deficit di trasmissione da parte nostra o di ricezione da parte dello spettatore stesso.
Malintesi di questo genere avvengono comunemente nelle relazioni affettive, nelle liti sul
posto di lavoro, e tipicamente, nelle situazioni di pericolo nei casi in cui il pericolo
stesso viene a essere sottovalutato. Gli autori ipotizzano ad esempio che in quelle
tipiche situazioni in cui una persona in pericolo non viene soccorsa dagli spettatori
possa essere influenzata in parte dalla mancanza di segnali adeguatamente palesi.
E importante percio che chi voglia esprimere un certo sentimento impari ad
esprimerlo in modo esplicito, non potendosi fidare di un meccanismo di riconoscimento
implicito.
(U. Nuber, "Psicologia contemporanea",n.157, 2000)
GENETICA DELL' OBESITA'
Tab. 1
Endocrine | Disfunzioni tiroidee ++ ATPO |
Ghiandole salivari | Scialoadeniti Sindrome di Sjogren |
Ematologiche e linfoidi | Crioglobulinemia mista. Linfoma non Hodgkin a cellule B |
Renali | Glomerulonefriti |
Dermatologiche | Vasculite cutanea
necrotizzante Porpora cutanea tarda Lichen planus |
Polmonari | Fibrosi polmonare idiopatica |
DISFUNZIONI TIROIDEE : SEMBRA DI
NO, ma attenzione agli ATPO .
L' HCV si associa indifferentemente alle varie forme di disfunzionì tiroidee
(ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroidite di Hashimoto), con associazione costante con
unelevazione del titolo degli anticorpi antiperossidasi (ATPO), soprattutto nelle
donne. Malgrado recenti studi neghino la specificità del danno tiroideo correlato
allHCV, si ritiene che un elevato titolo di ATPO in pazienti portatori di HCV sia
predittivo di disfunzione tiroidea nel corso di trattamento con interferone, per cui si
ritiene necessario il dosaggio di ATPO prima di iniziare la terapia con interferone e
almeno ogni 4 mesi durante il follow-up dei pazienti in trattamento.
SCIALOADENITI E SINDROME DI SJOGREN: NON CONFERMATA
Diversi autori hanno riscontrato lassociazione tra scialoadenite linfocitaria ed
HCV in una percentuale dei casi variabile dal 14 al 57%: lHCV avrebbe un ruolo
indiretto attraverso la stimolazione cronica del sistema immunitario. L'associazione con
la Sindrome di Sjogren non è stata confermata dagli ultimi lavori in letteratura.
SINDROME LINFOPROLIFERATIVE
Crioglobulinemia Mista: probabilmente si'
La crioglobulinemia mista (CM), è una sindrome caratterizzata dalla presenza di
proteine sieriche che precipitano reversibilmente a basse temperature. Oggi è guasi
universalmente accettato che la CM sia una malattia linfoproliferativa e che in circa il
30% dei casi sia il precursore dei Linfomi non-Hodgkin. Alcuni autori hanno osservato che
il 46-54% dei pazienti HCV-Ab positivi hanno un criocrito positivo sebbene la maggior
parte di essi sia asintomatica.. In uno studio condotto su 138 pazienti con CM è stato
evidenziato che il 94% di essi era HCV-Ab positivo e il 97% HCV-RNA positivo.
Linfomi: quasi certamente si'
L' associazione tra HCV e malattie linfoproliferative a cellule è ormai riconosciuta
in tutto il mondo sebbene alcuni autori ne abbiano documentato ineguivocabilmente
lesistenza ed altri no. Alla base ditali divergenze potrebbe esserci una
diversa prevalenza di infezione da HCV a seconda dellarea geografica interessatao a
seconda del "backgraund" genetico. E' molto suggestiva unazione patogena
diretta del virus in senso linfomagenetico con due possibili meccanismi patogenetici:
- attivazione precoce di seguenze oncogenetiche (meccanismo diretto);
- espansione di cloni linfocitari successivamente colpiti da mutazione (meccanismo
indiretto). Sebbene la seconda ipotesi sembrerebbe guella più verosimile, la prima è
comunque molto suggestiva. GLOMERULONEFRITI : probabilmente si'
Causando la crioglobulinemia mista, l' HCV diviene conseguentemente causa delle
glomerulonefriti, in particolare della forma membranoproliferativa tipo I (ruolo
indiretto: HCV>CM>GNMP).
VASCULITE NECROTIZZANTE (VCN): probabilmente si'
La VCN è caratterizzata istologicamente dalla distruzione dei vasi sanguigni dermici
ed infiltrati di neutrofili e, dal punto di vista del laboratorio, da aumento di FR,
diminuzione C3 e C4, lgMm e IgGp positività. Nella maggior parte dei casi anche il
criocrito è positivo per cui considerata la stretta associazione tra crioglobulinemia e
HCV sembra possibile un meccanismo indiretto dellHCV nella patogenesi della VCM
attraverso la formazione e la precipitazione nel derma di crioglobuline
(HCV>crioà deposizione di lC>VCM).
PORFIRIA CUTANEA TARDA (PCT): molto probabilmente si'
La PCT è causata da una diminuzione delluroporfobilinogeno decarbossilasi (UD)
epatica e si manifesta clinicamente con fragilità cutanea, vescicole e bolle. Alcuni
autori hanno notato una notevole associazione tra pazienti affetti da PG e HCV, con valori
medi del 62% fino ad arrivare al 100%. Si ipotizza un ruolo del virus C a livello
autoimmunitario, unazione del virus attraverso una disreattività metabolica con
diminuzione di enzima oppure un azione "trigger" del virus in soggetti
predisposti geneticamente.
LICHEN PLANUS (LP): evidenze poco dimostrative
Il LP si manifesta clinicamente con papule violacee e pruriginose ed istologicamente
con degenerazione dei cheratinociti e infiltrati di linfociti nel derma; in guesti
pazienti è stata riscontrata una positività per lHCV-Ab nel 5-26%. La notevole
variabilità di dati e di riscontro in differenti aree geografiche diminuisce notevolmente
limportanza ditale associazione.
FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA: da verificare
È stata ipotizzata una stretta associazione tra infezione da
HCV e FPI per una più alta freguenza di positività per HCV-Ab rispetto ai controlli sani
e perché alcuni pazienti trattati con IFN-alfa hanno sviluppato una fibrosi polmonare.
Nei pazienti HCVAb positivi al lavaggio broncoalveolare è stato evidenziato un aumento
del numero dei linfociti e dei neutrofili suggerendo un possibile ruolo scatenante
dellHCV nellalveolite . Il ruolo dellHCV è
comunque da confermare.
Marcello Persico, Roberto Torella (News & Views, 4 1999)
SULLEZIOPATOGENESI DELLATOPIA E DELLASMA
ALLERGICO
Secondo lipotesi "igienista", lesposizione ad alcune infezioni
durante linfanzia può esercitare un effetto protettivo prevenendo latopia. In
un lavoro pubblicato precedentemente (BMJ 1997; 314: 999 - Cross sectional
retrospective study of prevalence of atopy among Italian military students with antibodies
against hepatitis a virus) gli autori avevano dimostrato lesistenza di una
relazione inversa tra atopia e sieropositività per epatite da virus A, che è un
indicatore di elevata esposizione a microbi di provenienza oro-fecale.
Questosservazione supporta lipotesi che sia necessaria unadeguata
stimolazione del tessuto linfatico intestinale per prevenire la sensibilizzazione di tipo
atopico agli allergeni ambientali. Se ciò è vero, ci deve essere una relazione inversa
tra atopia e altri markers di infezione orofecale o alimentare, piuttosto che tra atopia e
infezioni trasmesse per via aerea. Obiettivo di questo lavoro, di ricerca tutta italiana,
è investigare come siano correlati atopia, IgE totali e allergie respiratorie con la
sieropositività verso altri due microbi, veicolati prevalentemente dagli alimenti o
trasmessi per via orofecale (Toxoplasma gondii, Helicobacter pylori),
e sei virus trasmessi principalmente per via aerea (morbillo, orecchioni, rosolia,
varicella, citomegalovirus e virus Herpes simplex tipo 1.
Materiali e metodi. Hanno partecipato allo studio 240 soggetti con atopia e 240
controlli non atopici scelti da una popolazione di 1659 cadetti maschi italiani di età
compresa tra i 17 e i 24 anni, della scuola di aeronautica di Caserta. Sono stati eseguiti
testi epicutanei con sette allergeni aerogeni (misto di erbe, Parietaria judaica,
Artemisia vulgaris, Olea europaea, Alternaria alternata, Dermatophagoides
pteronyssinus, e gatto). E stata misurata la concentrazione di IgE totali e di
IgE specifiche per i relativi allergeni aerogeni. Sono stati misurati gli anticorpi (IgG)
per Toxoplasma gondii, virusepatite A, Helicobacter pylori, morbillo, orecchioni, rosolia,
varicella, citomegalovirus e virus Herpes simplex tipo 1. Sono stati conteggiati i casi di
rinite allergica e asma allergico.
Risultati. Rispetto ai controlli, nei soggetti atopici cera una più bassa
prevalenza di Toxoplasma gondii (28% versus 18%, P=0.027), di virus dellEpatite A
(30% versus 16%, P=0.004) e di Helicobacter pylori (18% versus 15%, P=0.325).
Lodds ratio per latopia (dopo aggiustamento per vari fattori tra cui
letà, la densità di popolazione, la scolarità dei genitori, labitudine al
fumo) decresceva confrontata con un gradiente di esposizione a H. pylori, T. gondii e
virus dellEpatite A (0, odds ratio 1; 1, 0.70; 2 o 3, 0.37; P per il
trend=0.000045), ma non con lesposizione cumulativa agli altri virus. Lasma
allergico era raro (1/245, 0.4%) e la rinite allergica infrequente (16/245, 7%) tra i
partecipanti con sieropositività (245/1659) per almeno 2 su 3 microorganismi di
provenienza orofecale o da cibo (H pylori, T gondii, virus dellEpatite A).
Conclusioni. Lallergia respiratoria è meno frequente in soggetti
pesantemente esposti a microbi di provenienza alimentare o orofecale. Ligiene e una
dieta occidentalizzata, semisterile, possono facilitare latopia influenzando il
comportamento generale dei microrganismi commensali e patogeni che stimolano il tessuto
linfatico associato allintestino, contribuendo alla diffusione della rinite e
dellasma allergici nei paesi sviluppati. Sebbene siano necessari ulteriori studi per
verificare questa conclusione, è ipotizzabile che si possano da subito utilizzare alcuni
microbi o loro molecole per prevenire latopia senza provocare malattie infettive.
British Medical Journal, 12 febbraio 2000
AMIODARONE E TIROIDE
Lamiodarone è un farmaco antiaritmico molto efficace. Tuttavia il suo uso è
associato a parecchi effetti collaterali, tra cui fotosensibilità, microdepositi
corneali, tossicità polmonare, tossicità epatica, neuropatia periferica, ipertiroidismo
e ipotiroidismo. Scopo di questa review è di riepilogare le modificazioni attese e quelle
anormali nella funzione e nel metabolismo della tiroide in pazienti che assumono
amiodarone, e suggerire linee-guida per la diagnosi e la gestione delle disfunzioni
tiroidee indotte dallamiodarone.
Lamiodarone è un derivato benzofuranico che contiene due atomi di iodio per
molecola. Ciò corrisponde al 37.5% di iodio organico per peso molecolare: di questo il
10% viene deiodato fornendo iodio libero. Nel corpo lamiodarone viene immagazzinato
nel tessuto adiposo, nel miocardio, nel fegato e nei polmoni, e la sua emivita è di circa
2-3 mesi. A causa dellalto contenuto di iodio, lamiodarone può provocare
disfunzioni tiroidee. Una normale dose giornaliera di mantenimento (200-400 mg di
amiodarone) genera da 6 a 12 mg di iodio libero al giorno. Ciò rappresenta un carico di
iodio che eccede di gran lunga la dose ottimale giornaliera di 0.15-0.3 mg/die
raccomandata dallOMS. In pazienti trattati con amiodarone, i livelli plasmatici e
urinari di iodio inorganico aumentano fino a 40 volte, mentre la captazione e la clearance
tiroidee di iodio diminuiscono significativamente. Questi pazienti possono presentare
alterazioni nel profilo ormonale tiroideo senza una disfunzione tiroidea, oppure possono
presentare quadri di ipotiroidismo significativo o di tireotossicosi indotti
dallamiodarone. In realtà, in più del 50% dei pazienti che ricevono amiodarone
cronicamente i test di funzionalità tiroidea presentano risultati anormali, e la maggior
parte rimangono eutiroidei. Occasionalmente, lamiodarone può anche provocare un
gozzo senza una apparente disfunzione tiroidea.
Ipotiroidismo amiodarone-indotto. Si ritiene che lipotiroidismo provocato
dallamiodarone sia dovuto allincapacità della tiroide di sfuggire
alleffetto Wolff-Chaikoff (= inibizione della sintesi dellormone tiroideo dopo
somministrazione di alte dosi di iodio). Verosimilmente in questi casi è associata una
tiroidite autoimmune subclinica, che viene smascherata e resa manifesta clinicamente da un
eccesso di iodio. Infatti circa il 40% dei soggetti che sviluppano ipotiroidismo dopo
somministrazione di amiodarone hanno anticorpi antitiroide. Lincidenza di
ipotiroidismo nei pazienti che prendono amiodarone varia dal 6% (nei paesi con bassa
assunzione di iodio) al 13% (nei paesi con elevata assunzione dietetica di iodio). Il
rischio è maggiore negli anziani e nelle donne e di solito compare precocemente, essendo
raro dopo i primi 18 mesi di terapia con amiodarone. Le caratteristiche cliniche sono un
po vaghe: stanchezza, sonnolenza, intolleranza al freddo e pelle secca sono comuni;
il gozzo è raro. La diagnosi è confermata da un aumento del TSH e una riduzione del FT4.
La sospensione dellamiodarone risolve il quadro clinico dellipotiroidismo, ma
ciò spesso non è possibile, soprattutto in caso di tachiaritmie ventricolari.
Unopzione più facile e sicura è la terapia con ormone tiroideo. Si comincia con
25-50 µg di levotiroxina al giorno, aumentando ad intervalli di 4-6 settimane, fino a
risoluzione dei sintomi e raggiungimento di livelli di T4 nella parte alta del range di
normalità.
Ipertiroidismo amiodarone-indotto. Lincidenza dellipertiroidismo varia
dal 2 al 12% dei pazienti in terapia cronica con amiodarone, essendo più frequente nelle
aree con bassa introduzione dietetica di iodio. Anche in questo caso si ritiene che
leccesso di iodio proveniente dallamiodarone smascheri una patologia tiroidea
latente, come un gozzo nodulare, un nodulo autonomo, o una malattia di Graves, aumentando
la sintesi di ormone tiroideo. Inoltre è stato dimostrato un effetto citolesivo diretto
dellamiodarone sui follicoli tiroidei, con liberazione in circolo di ormone tiroideo
preformato; ciò spiega i casi di ipertiroidismo anche in soggetti senza preesistente
patologia tiroidea subclinica. Si sospetta un ipertiroidismo se un paziente in terapia con
amiodarone manifesta una inspiegabile perdita di peso, sudorazione, tremore, tachicardia
sinusale o peggioramento della patologia cardiaca di base, o comparsa ex-novo di aritmie
sopraventricolari quali tachicardia atriale o fibrillazione atriale. Lipertiroidismo
può manifestarsi in qualsiasi momento nel corso della terapia con amiodarone o anche dopo
la sospensione di questo; inoltre linsorgenza è di solito improvvisa ed esplosiva,
per cui è importante educare i pazienti a riconoscerne le caratteristiche per iniziare
subito un trattamento. I dati biochimici di ipertirodismo sono un aumento del FT4 e una
riduzione del TSH fino a livelli spesso indeterminabili. I livelli di T3 possono essere
normali o elevati. La terapia dellipertiroidismo non è facile come con
lipotiroidismo. Bisogna possibilmente sospendere lamiodarone (cercando di
controllare laritmia di base con altri farmaci) e trattare lipertiroidismo con
farmaci quali tionamidi, cortisonici a dosi elevate, perclorato, litio, plasmaferesi ed
eventualmente chirurgia.
Postgraduate Medical Journal, Marzo 2000
MINIPILLOLE
Anomalie neuropsichiche nel calciatore dilettanteDue farmci meglio di uno
nell' epatite C
Lepatite "C" e la forma piu diffusa e attualmente piu
importante di infezione virale al fegato. In Italia sono stimati 2-3 milioni di soggetti
infettati, in parte portatori sani. Il contagio avviene attraverso sangue infetto mediante
diversi mezzi intermedi. Lepatite C passa di solito inosservata dal momento che i
sintomi di accompagnamento della malattia possono essere di modesta rilevanza. Tuttavia la
maggior parte dei pazienti infettati con virus sviluppa una forma cronica di malattia con
aumento considerevole di rischio di cirrosi, insufficienza epatica e carcinoma
epatocellulare. Negli ultimi dieci anni la terapia della epatite cronica da HCV si e
basata sullimpiego dellinterferone di cui sono disponibili alcune varianti.
Purtroppo il successo della terapia con il solo interferone non si rivelato soddisfacente
in quanto gli schemi attualmente consigliati (almeno 12 mesi) ottengono
leradicazione virale circa nella meta dei pazienti. Aggiungendo
allinterferone Alfa-2B un altro antivirale la Ribavirina la percentuale dei successi
si e innalzata drasticamente. La Ribavirina e un farmaco antivirale (analogo
nucleosidico) che agisce in modo diverso dagli interferoni, probabilmente interferendo con
i meccanismo di replicazione del virus. Questo schema terapeutico e indicato anche
in quei pazienti che sono gia stati trattati con il solo interferone senza risposta
positiva al trattamento. La terapia di combinazione Ribavirina e Interferone Alfa 2B
e stata riconosciuta ufficialmente dalla "Consensus sullepatite C"
della "European Association for Study of the Liver" (Parigi, Febbraio 1999) come
trattamento di preferenza. I farmaci devono essere somministrati per un ciclo di terapia
di almeno 24 settimane; al termine di questo periodo e necessario controllare i
parametri predittivi di guarigione (lassenza del virus HCV nel sangue e
labbassamento dei valori della ALT) spesso e necessario ripetere un ulteriore
ciclo terapeutico di 24 settimane.
(Aggiornamento Medico n.8 1999)
La nevirapina nella prevenzione del contagio neonatale da HIV
E' noto come la terapia con zidouvidina si sia dimostrata efficace nella prevenzione della
trasmissione dellHIV-1 da madri infette ai propri neonati. Il gruppo della dott.ssa
L.A.Guay del Johns Hopkins ha effettuato in Uganda uno studio teso a valutare
lefficacia di una singola dose di un' altro antiretrovirale, la nevirapina alla dose
di 200 mg/die. Sono state trattate 313 donne gravide infette da HIV-1. Dopo il parto lo
stesso farmaco èstato successivamente somministrato al neonato alla dose di 2 mg/kg entro
72 ore dalla nascita. I risultati sono stati poi confrontati con quelli ottenuti con un
gruppo di controllo di 313 donne in gravidanza trattate con 600 mg/die di zidouvidina. Il
98,6% dei neonati ha ricevuto allattamento materno; il rischio stimato di trasmissione
dellinfezione è risultato alla nascita pari al 10,4% per la zidouvidina e
all8,2% per la nevirapina. Alletà di 6-8 settimane queste percentuali erano
rispettivamente del 21,3% e 11,9% e a 14-16 settimane del 25,1% e 13,1%. La nevirapina ha
diminuito lincidenza di infezione neonatale da HIV-1 del 50% nelle prime 14-16
settimane in neonati con allattamento materno. Questo semplice ed economico schema di
trattamento può essere adottato in tutti i paesi in via di sviluppo.
(Lancet 1999;354:795-802)
Protezione solare quotidiana e beta-carotene nei carcinomi
cutanei
Lapplicazione cutanea di creme filtranti e' certamente in grado di proteggere
lepidermide dalle lesioni acute causate dalla radiazione solare, tuttavia non è
noto se sia sufficiente a costituire anche un' efficace fattore di protezione a lungo
termine nei confronti del rischio per neoplasie cutanee di tipo squamocellulare o basale.
Inoltre alcune sperimentazioni animali avrebbero suggerito che la somministrazione di
beta-carotene potrebbe avere un ruolo protettivo antineoplastico. Tale effetto,
evidenziato negli animali, non e' stato pero' mai dimostrato sulluomo.
Per chiarire tale possibilita' la dottoressa A. Green (del Queensland Institute of Medical
Research) ha randomizzato un gruppo di 383 abitanti del Queensland, in Australia; sono
state applicate quotidianamente delle di creme solari protettive, con fattore di
protezione superiore a 15; inoltre e' stato somministrato (da solo o insieme all'
applicazione di creme) un supplemento dietetico di 30 mg al giorno di betacarotene; un
gruppo era trattato con placebo, Dopo un follow up medio di 4,3 anni erano insorte 758
neoplasie cutanee in 250 pazienti. Non sono state rilevate differenze in termini di
incidenza di nuovi casi fra i diversi gruppi di trattamento; il numero di neoplasie
squamocellulari è risultato minore nei pazienti trattati con filtri solari.
Si puo' concludere che l'applicazione di protezioni cutanee sembra avere un effetto
favorevole per la riduzione dellincidenza del carcinoma squamocellulare della cute,
il beta-carotene non si e' rivelato efficace.
(Lancet 1999,354:723-9)
APPROFONDIMENTI
ANALISI ED ERRORI NEGLI ACCERTAMENTI DI LABORATORIO PIU' COMUNI
Introduzione
La disponibilità di analizzatori automatici multicanale permette oggi
lesecuzione di molti esami biochimici, che oggi sono spesso considerati esami
semplici. Tuttavia nellinterpretazione dei loro risultati ci sono molti
trabocchetti, che possono provocare lesecuzione di ulteriori indagini o anche errori
diagnostici. Ci sono molte cause di anormalità spurie che possono falsamente aumentare o
diminuire la concentrazione degli analiti, sia prima del prelievo che durante lo stesso
procedimento analitico. La mancanza di specificità tissutale degli enzimi può rendere
difficile linterpretazione della loro attività senza esami addizionali. Anche una
malattia finora non sospettata può contribuire a confondere linterpretazione degli
esami.
Intervalli di riferimento
Gli esami biochimici sono di solito interpretati in base a un dato intervallo (= range)
di riferimento. Normalmente questintervallo di riferimento è definito come
lintervallo in cui cade il 95% centrale di una popolazione apparentemente sana. Se
la distribuzione è di tipo gaussiano, lintervallo corrisponde alla media più o
meno due deviazioni standard. Con distribuzioni non gaussiane il range si ottiene
eliminando il 2.5% dei valori incolonnati alle estremità superiore e inferiore. In altri
termini, una su venti (cioè il 5%) persone apparentemente in buona salute avrà valori al
di fuori di questo intervallo. Pertanto, il riscontro di un valore al di fuori del range
di riferimento dato non indica necessariamente la presenza di una causa patologica e, più
esami si eseguono, maggiore è la probabilità di trovare un risultato esterno al range.
Similmente, un risultato compreso nel range di riferimento non esclude la presenza di una
malattia. Valori diversi ottenuti mediante analisi sequenziali sullo stesso paziente
potrebbero essere dovuti a una genuina modificazione nello status biochimico, oppure a
imprecisioni del laboratorio. Se i risultati di due esami eseguiti sullo stesso paziente
in due occasioni diverse in condizioni identiche differiscono per più di 2.8 volte la
deviazione standard, vuol dire che si è verificata una genuina variazione nella
concentrazione dellanalita con una probabilità superiore al 95%. Tuttavia, fattori
biologici possono provocare variazioni intraindividuali, influenzando la concentrazione
plasmatica di alcuni analiti. Per esempio, la dieta può modificare la concentrazione
dei trigliceridi e lescrezione urinaria del calcio, sono ben note le variazioni
circadiane del cortisolo e del ferro plasmatici, e la postura può aumentare la
concentrazione di molti analiti, tra cui albumina, calcio, colesterolo, trigliceridi e
amilasi. Nelle donne il colesterolo, le proteine totali, lalbumina e il fibrinogeno
variano durante il ciclo mestruale, e sono note variazioni stagionali per la vitamina D e
lormone della crescita. Febbre, farmaci e la risposta della fase acuta possono
provocare variazioni in corso di malattia acuta.
Sodio
Ipersodiemia e iposodiemia moderate sono comuni nella popolazione ospedalizzata.
Anormalità spurie del sodio possono essere dovute a errori di prelievo: per esempio, fare
un prelievo subito dopo uninfusione di bicarbonato o altre soluzioni. Altri indizi
che il campione è stato contaminato da liquidi infusi in vena saranno una riduzione nella
concentrazione di proteine totali e di albumina rispetto a campioni precedenti, ed una
glicemia elevata se il liquido di infusione contiene destrosio. Dopo il prelievo,
levaporazione di acqua dal campione può provocare ipersodiemia. Con alcuni tipi di
analisi, per esempio la spettrofotometria a fiamma, dove è richiesta la diluizione del
campione in un grande volume di soluzione, si può verificare una pseudoipersodiemia in
pazienti con severa ipertrigliceridemia o paraproteinemia, e molto raramente con severa
ipercolesterolemia. Ciò avviene perché una parte dellacqua del plasma è stata
rimpiazzata con lipidi o proteine; la concentrazione del sodio nellacqua plasmatica
è normale, ma cè meno acqua in ogni litro di plasma. Losmolalità plasmatica
(concentrazione/kg di solvente) in questa situazione sarà normale.
Potassio
Mentre la maggior parte del potassio corporeo totale è intracellulare, è il potassio
plasmatico che viene di solito misurato. False ipo- e iperpotassiemia sono comuni e hanno
origine da movimenti del potassio tra i compartimenti intra- ed extracellulari in vitro.
La causa più comune di pseudoiperpotassiemia è lemolisi, che può non essere
sempre visibile allispezione. In campioni di sangue intero che sono inviati in
ritardo al laboratorio, particolarmente se conservati a 4°C, ci sarà perdita di potassio
dai globuli rossi nel plasma anche se non cè evidenza di emolisi. Indizi di ciò
possono venire da altri esami biochimici quali un coesistente aumento del fosforo. Ci può
essere una predisposizione alla pseudoiperpotassiemia isolata su base familiare. La lisi
cellulare e il rilascio di potassio provocano notoriamente iperpotassiemia in pazienti con
patologie che aumentano la conta dei globuli bianchi, come la leucemia prolinfocitica o
liperpiastrinemia, per esempio nei disordini mieloproliferativi e nella malattia di
Kawasaki, specialmente se si usano campioni di siero. Per evitare ciò, il sangue di
questi pazienti dovrebbe essere raccolto in una provetta contenente eparina e portato
dritto al laboratorio. E stato calcolato che, per ogni aumento delle piastrine di
100 x 109/l, la concentrazione di potassio può aumentare di 0.07-0.15 mmol/l.
Anche in campioni con conta delle piastrine normale, lintervallo di riferimento per
il potassio è più alto nel siero che nel plasma, a causa del rilascio di potassio
dalle piastrine durante la coagulazione. Meno comunemente, campioni di sangue con conta
dei globuli bianca molto elevata possono presentare una pseudoipopotassiemia, in quanto le
cellule prelevano potassio dal plasma. Un altro esempio di pseudoipopotassiemia, per
prelevamento di potassio da parte dei globuli rossi, si ha quando il prelievo di sangue
viene fatto a un paziente subito dopo che questo ha ricevuto insulina per via endovenosa.
Urea e creatinina
Urea e creatinina sono entrambe utilizzate come indicatori di funzione renale; la
creatinina è il parametro più attendibile, anche se non è lideale. A causa della
relazione inversa tra volume del filtrato glomerulare (VFG) e creatinina plasmatica, il
dimezzamento del VFG porterà ad un raddoppio della creatinina plasmatica. Tuttavia, per
un dato individuo, una riduzione del VFG di questa grandezza può risultare in una
creatininemia che rimane nei limiti del range di riferimento. La creatinina proviene dalla
creatina fosfato del muscolo. Lintervallo di riferimento è correlato alla massa
muscolare, e bisogna fare attenzione a non trascurare significative variazioni della
funzionalità renale in pazienti con piccola massa muscolare che potrebbero essere
indicativi di insufficienza renale, sebbene la concentrazione attuale di creatinina
rimanga nel range di riferimento dato. Lingestione di un pasto a base di carne può
aumentare la creatinina plasmatica del 52% entro 3.5 h, e la misurazione dovrebbe
idealmente essere fatta a digiuno.
Lurea è sintetizzata nel fegato e rappresenta il veicolo corporeo principale per
lescrezione dellazoto. La produzione di urea può essere modificata dal
contenuto proteico della dieta e dallassorbimento di aminoacidi e peptidi
dallintestino dopo unemorragia gastrointestinale. In corso di malattia epatica
severa, la sintesi dellurea e quindi la concentrazione plasmatica di urea possono
essere diminuite, anche in caso di insufficienza renale. Se il flusso attraverso il lume
tubulare è basso, per esempio nella disidratazione, lurea viene riassorbita e la
concentrazione plasmatica aumenta, sebbene la creatinina sia inizialmente normale.
Calcio
Nel plasma il calcio esiste in due forme principali, legato alle proteine (circa il
46%) e ionizzato (circa il 47%), e solo questultimo è fisiologicamente attivo. La
maggior parte dei laboratori misura la concentrazione di calcio totale, che è, pertanto,
circa due volte la concentrazione di calcio ionizzato. Lintervallo di riferimento
dato per il calcio totale presuppone unalbumina plasmatica di 40 g/l. Se questa non
è tale, bisogna fare una correzione, oppure si può erroneamente diagnosticare
unipercalcemia in associazione con una concentrazione di albumina maggiore di 40 g/l
ed una ipocalcemia con una concentrazione inferiore a 40 g/l. Una formula utilizzabile per
questa correzione è la seguente:
Calcio plasmatico corretto (mmol/l) = calcio plasmatico misurato + 0.02[40
concentrazione di albumina (g/l)].
Questa correzione non è valida in presenza di una marcata alterazione dellomeostasi
dello ione idrogeno o di una grossa disprotidemia.
La stasi venosa fa aumentare la concentrazione di calcio totale. La concentrazione di
calcio ionizzato rimane immodificata in condizione di stasi venosa a meno che non sia
alterata la concentrazione di ioni idrogeno. Lutilizzo di un laccio emostatico
durante il prelievo di sangue provoca emoconcentrazione e un aumento della concentrazione
di proteine nel campione, pertanto il calcio totale aumenta. Idealmente, i campioni per la
misurazione del calcio dovrebbero essere prelevati senza laccio.
LEDTA, comunemente usato come anticoagulante nei contenitori di campioni per
esami ematologici, chela il calcio e altri ioni metallici bivalenti e, se presente in un
campione, perfino in piccolissime quantità come contaminante, può provocare una falsa
ipocalcemia. Siccome la fosfatasi alcalina dipende da ioni metallici bivalente per
lattivazione, anche la sua attività nel plasma verrà abbassata dallEDTA. La
forma usuale dellanticoagulante è lEDTA potassico, sicché un ulteriore
indizio della sua presenza sarà un potassio artificiosamente aumentato.
Fosforo
Il fosforo è presente nel sangue in forma inorganica ed organica (fosfolipidi,
fosfoproteine), ma è nella forma inorganica (fosfato) che viene misurato di routine. Per
la concentrazione plasmatica del fosforo esistono vari range di riferimento in rapporto
alletà. I valori sono più alti nellinfanzia e nelladolescenza, quando
la crescita è massimale, ma per tutta linfanzia lintervallo di riferimento è
maggiore che nelletà adulta. La concentrazione plasmatica di fosforo aumenta anche
durante lallattamento. Liperfosforemia spuria è comune ed è risultato
dellemolisi e del ritardo nellesecuzione dellanalisi. Con alcuni metodi
di analisi è stata riportata uniperfosforemia spuria in campioni contenenti elevate
concentrazioni di proteine.
Glucosio
La misurazione e linterpretazione delle concentrazioni di glucosio è un campo
di gran confusione. Il glucosio plasmatico è di circa il 12% maggiore di quello del
sangue intero, in quanto il plasma ha un maggior contenuto di acqua, non contenendo
globuli rossi. In condizione di digiuno cè poca differenza tra glicemia arteriosa,
capillare e venosa, ma dopo, introduzione di carboidrati, la glicemia in campioni
arteriosi o capillari può superare quella di campioni venosi anche di 1.8 mmol/l. Ciò è
di particolare importanza pratica nellinterpretazione di test da carico orale di
glucosio.
Per la misurazione del glucosio si preferisce un campione contenente fluoruro di sodio
per inibire la glicolisi e stabilizzare la concentrazione di glucosio. Se il sangue è
raccolto in una provetta senza conservante, la concentrazione di glucosio può diminuire
anche del 7% ogni ora come risultato della glicolisi. Una diminuzione clinicamente
rilevante della glicemia è stata riportata anche con luso di conservanti. Se si usa
una provetta senza conservante e si prevede un ritardo nellinvio al laboratorio, è
preferibile la conservazione a 4°C.
Bilirubina
Sia la bilirubina coniugata che la non coniugata sono denaturate dalla luce in modo
dipendente dalla temperatura. Pertanto, se lanalisi devessere ritardata, i
campioni per la determinazione della bilirubina nel plasma o nelle urine dovrebbero essere
avvolti da una lamina metallica o da una carta scura e conservati in frigorifero.
Esami di funzionalità epatica
La maggior parte dei laboratori ospedalieri misura una combinazione di enzimi, più
comunemente fosfatasi alcalina (ALP), aspartato transaminasi (AST, precedentemente
chiamata glutamico ossalacetico transaminasi), alanina aminotransferasi (ALT, prima
chiamata glutamico piruvico transaminasi) e gamma glutamiltransferasi (GGT). Spesso questi
sono chiamati esami di funzionalità epatica, in quanto sono di solito usati per scoprire
se cè un danno epatico.
La fosfatasi alcalina appartiene a un gruppo di enzimi che idrolizzano gli esteri
fosforici. Incrementi nellattività di questi enzimi non sono specifici per danno
epatico, in quanto la ALP plasmatica proviene anche dallosso, dallintestino e,
durante la gravidanza, dalla placenta. Nei neonati e nei bambini il range di riferimento
è maggiore a causa di un aumentato contributo osseo, secondario alla rapida crescita. La
separazione degli isoenzimi della ALP può differenziare il tessuto di origine.
AST e ALT sono enzimi che catalizzano il trasferimento di un gruppo a-amino da un acido a-amino a un acido a-oxo allinterno delle cellule. AST e ALT si trovano in molti
tessuti extraepatici tra cui cuore, muscolo scheletrico, eritrociti, polmone, cervello e
rene, sebbene il contributo nel plasma sia inferiore per quanto riguarda la ALT, essendo
questa più epato-specifica. Una lesione muscolare, linsufficienza cardiaca acuta e
lo shock possono raramente provocare un aumento della AST che superi di dieci volte il
limite superiore del range di riferimento. Aumenti fino a sei volte la norma sono stati
descritti nellipotiroidismo, ma in questo caso lAST è di origine muscolare
piuttosto che epatica, ed è accompagnata da un aumento dellattività della
creatinkinasi.
La GGT è un enzima microsomiale che trasferisce il gruppo g-glutamil
da g-glutamil peptidi ad aminoacidi e altri peptidi. Viene
spesso misurata come un modo surrettizio per individuare labuso di alcool. Tuttavia,
tra gli alcoolisti senza epatopatia solo la metà hanno un aumento della GGT, la cui
entità non è correlata né alla quantità, né alla durata del consumo di alcool
etilico. Un gran numero di farmaci, non solo antiepilettici, aumenta lattività
della GGT, e, raramente, questa può essere aumentata nel carcinoma prostatico e
nellipertiroidismo.
Creatinkinasi
La creatinkinasi (CK) esiste come dimero composto dalle due subunità M e B che si
combinano a formare uno di tre dimeri: MM, MB o BB. Il muscolo scheletrico contiene
soprattutto MM, il muscolo cardiaco contiene circa il 40% di MB e il cervello contiene
solo BB. La CK-MM, e quindi la CK totale, può essere aumentata in pazienti con una grossa
massa muscolare e presenta variazioni in rapporto allorigine etnica, essendo più
alta negli Afro-Caraibici. La CK viene comunemente usata come indicatore di infarto
miocardio, tuttavia il suo livello nel plasma non comincia a salire prima di 4-6 ore dopo
un infarto miocardio, e misurazioni effettuate prima possono dare risultati falsi
negativi. Una CK elevata con frazione CK-MB >6% è altamente suggestiva di infarto
miocardico. Comunque, una frazione CK-MB superiore al 6% si può avere anche dopo severo
esercizio, alcune procedure chirurgiche, lesione muscolare acuta o malattia
neuromuscolare. Nei ragazzi sani, la frazione CK-MB può essere alta fino al 25%,
riducendo così la sua utilità come indicatore di danno cardiaco in questo gruppo di
età.
Misure di controllo di qualità
Come abbiamo già detto, ci sono potenziali problemi con la preparazione dei pazienti,
con la metodologia e con malattie coesistenti, che possono portare a trabocchetti
nellinterpretazione dei risultati degli esami biochimici. Ma, quali misure si
prendono per assicurarsi che i risultati prodotti dal laboratorio siano accurati e
precisi? I laboratori eseguono controlli interni di qualità includendo standard con
valori noti tra i campioni dei pazienti a intervalli regolari. E obbligatorio
partecipare a progetti esterni di verifica di qualità, per cui campioni contenenti
quantità sconosciute di sostanza devono essere misurati e i valori ottenuti riportati a
controllori esterni. I laboratori che non raggiungono standard soddisfacenti vengono
sottoposti a revisione.
Conclusione
Gli esami biochimici semplici, se correttamente eseguiti ed interpretati, sono utili
nella gestione dei pazienti. Uninterpretazione errata può portare ad ulteriori
indagini, ma, per la persona sagace, una anormalità biochimica può essere la prima
manifestazione di un processo patologico prima non sospettato.
Postgraduate Medical Journal, marzo 2000
NORMATIVA
Decreto legge concernente "Misure contro linflazione" approvato il 17 marzo 2000 dal Consiglio dei ministri.
IL COMMENTO
(Una e-mail del Prof. Angelo Fiori, Istituto di Medicina Legale dell' Universita'
Cattolica)
E' stato pubblicato, come sapete il Decreto legge governativo "Misure contro
l'inflazione" del 17 marzo 2000. Te ne accludo copia tratta da Internet. L'interesse
e la sorpresa sono stati grandi. Non so se il decreto supererà i sessanta giorni entro i
quelli il Parlamento lo dovrà approvare. Nel frattempo è comunque opportuna qualche
osservazione preliminare da diffondere sul sito Lexmedica ( http://www.infinito.it/utenti/cybermed/lexmedica.htm
) e su iuramedica@onelist.com .
Mi limito all'art. 3 che riguarda il risarcimento delle "lesioni di lieve
entità".
1. Rilevante è anzitutto l'inserimento surrettizio del concetto di danno biologico
che sembra doversi intendere come norma estesa anche alle lesioni di entità non
lieve. La definizione utilizzata ( "per danno biologico si intende la lesione
all'integrità psicofisica della persona, suscettibile di accertamento medico-legale"
ricopia integralmente quella contenuta nel disegno di legge Diliberto, Bassolino
ecc. dello scorso anno , che era stato oggetto di fondate critiche, specie nel congresso
di Bologna dell'Associazione Valore Uomo. Infatti è evidente che questa definizione,
arretrata anche rispetto al progetto ISVAP ( di
poco precedente il citato disegno di legge) è un radicale arretramento rispetto
all'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, anche costituzionale, dell'ultimo
ventennio, la quale ritiene danno biologico la menomazione psicofisica in sé e per
sé considerata ma anche i suoi riflessi relazionali. Se il decreto supera la soglia
dei sessanta giorni la definizione citata diventa legge e l'ipotesi di
incostituzionalità, ove sussistesse, sarebbe comunque in salita.!
2. Incredibile è poi lo stabilire un valore economico fisso di lire 800.000 a punto
per i danni dall'1 al 5% e di lire 1.500.000 a punto dal 6 al 9% . Ci si chiede quale
differenza sussiste per un 7% attribuito ad un quindicenne e lo stesso 7%
accreditato ad un ottantenne. Saranno risarciti in uguale misura ? Eppure chi ha preparato
il decreto dovrebbe sapere che non si tratta di indennizzo bensì di risarcimento e che il
quindicenne si porterà appresso quella menomazione per tutta la vita probabile - ed è
questa la ragione per la quale le tabelle allestite da vari tribunali per il calcolo
pecuniario prevedono un decremento progressivo del valore del punto in rapporto all'età -
mentre l'ottantenne riceve la stessa somma senza una previsione statistica di vita futura.
Sento dire che vi sono movimenti politici in agitazione ed è certo che il decreto
appare frutto di una improvvisazione forse non del tutto inconsapevole.
Angelo Fiori
(Mi permetto di aggiungere: chi salvera' il danneggiato da possibili abusi delle
Societa' Assicurative?
E' noto come sia prassi pressoche' costante di molti liquidatori presentare proposte di
risarcimento inferiori a quanto riconosciuto da medico della Compagnia. Tali tentativi
potevano finora essere contrastati efficacemente in giudizio, ma come sara' possibile, in
base a questa normativa, iniziare una causa civile per somme cosi' basse?
In altre parole un soggetto che avesse avuto il riconoscimento di un danno del 3%
(2.400.000 lire) cosa potra' fare se l' Assicurazione pretendera' spudoratamente di
risarcirgli solo l' 1%? Potra' far causa per 1.600.000 lire?. E' ovvio che dovra'
inghiottire il boccone amaro, frutto di una autentica "pirateria".
Saremo ormai in balia delle Assicurazioni.
E meraviglia che sia un Governo di sinistra, a parole tanto contrario alle Societa'
Assicurative, a portare avanti in piu' occasioni, pervicacemente, questa proposta....
D.Z.).
UTILITA'
Elenco indicativo dei prodotti e delle sostanze potenzialmente dannosi nei soggetti affetti da Favismo (deficit di 6GPHD).CURIOSITA' MEDICHE
LA STRANA STORIA DI ESCULAPIO E DEL SUO SERPENTE (di Franco Petrella)
SONO
UN CURIOSO ; COSI QUANDO COMPILANDO LE PAROLE CROCIATE , UNO DEI MIEI PASSATEMPI
PREFERITI , ALLA DEFINIZIONE " ANTICA ARMA DA FUOCO A CANNA LUNGA " SCRISSI
QUASI AUTOMATICAMENTE LA PAROLA " COLUBRINA " , MI CHIESI SUBITO IL PERCHE
DI QUELLO STRANO NOME.
CONSULTAI IL VOCABOLARIO E SCOPRII CHE ESSO DERIVAVA DAL NORME DI UN SERPENTE, IL
COLUBRO ( NOME SCIENTIFICO : ELAPHE LONGISSIMA ) PER LA SIMIGLIANZA ALLE SUE FORME LUNGHE
E ROBUSTE . LA COSA COMINCIO A FARSI INTERESSANTE QUANDO LESSI CHE TALE INNOCUO
OFIDE ERA VOLGARMENTE DETTO " COLUBRO DI ESCULAPIO " .
COSA CENTRAVA IL COLUBRO CON COLUI ( LASCLEPIO GRECO ) CHE AVEVA
CREATO LA NOSTRA ARTE MEDICA ?
LE NOTIZIE IN MIO POSSESSO SI ARRICCHIRIRONO CON ULTERIORI
STUDI CHE MI PORTARONO ALLECLATANTE SCOPERTA : IL SIMBOLO DI ASCLEPIO , DIO DELLA
MEDICINA , FIGLIO DI APOLLO E CORONIDE E ALLIEVO DEL CENTAURO CHIRONE ,
ERA COSTITUITO DAL BASTONE CUI ERA AVVINGHIATO ATTORNO IL SERPENTE , IL COLUBRO
APPUNTO DI CUI SOPRA .
CAPITE ? UN BASTONE ED UN SOLO SERPENTE !
E ALLORA QUELLO CHE NOI VEDIAMO OGNI GIORNO , SULLE NOSTRE RICETTE MUTUALISTICHE ,
SUI TESSERINI PERSONALI DEGLI ASSISTITI , BEN IN MOSTRA IN UFFICI PUBBLICI , OSPEDALI ,
CASE DI CURA PRIVATE , ECC. , CHE COS E ?
EBBENE
QUELLO , IL BASTONE CON IN CIMA LE ALI E CON DUE ( DICO BEN DUE ! ) SERPENTI
AVVINGHIATI E IL SIMBOLO DI MERCURIO ( LERMES DEI GRECI )
ARALDO, MESSAGGERO DEGLI DEI ; ESSO VIENE RICONOSCIUTO COME " CADUCEO " DALLA
PAROLA GRECA CHE VUOL DIRE APPUNTO " INSEGNA DELLARALDO ".
IL DIO ERMES O MERCURIO SEPARO , UN GIORNO , CON LA SUA VERGA
ALATA DUE SERPENTI CHE AVVINGHIATI LITIGAVANO ( FORSE SIMBOLEGGIAVANO DUE COMMERCIANTI ?
NON ME NE VOGLIANO QUESTULTIMI , E SOLO UNA LEGGENDA ! ) E DA QUEL GIORNO ESSI
COSTITUIRONO PARTE INTEGRANTE DEL CADUCEO DEL DIO CHE FU , PER COSI DIRE , "
ADOTTATO " DAI COMMERCIANTI DELL ANTICHITA COME LORO PROTETTORE .
OGGI IL CADUCEO , QUELLO APPUNTO CON LE ALI E DUE SERPENTI , E USATO
COME SIMBOLO DELLA CATEGORIA DEI FARMACISTI E INDEBITAMENTE USURPATO DALLA CATEGORIA
MEDICA ( O DOVREI DIRE " INDEBITAMENTE IMPOSTO" AD ESSA ), VUOI PER IGNORANZA ,
VUOI PER IL SOLITO FATTO CHE LE SCELTE PER TUTTO CIO CHE CI RIGUARDA VENGONO
EFFETTUATE DA TUTTI ( POLITICI , BUROCRATI , FUNZIONARI AMMINISTRATIVI , STAMPATORI E CHI
PIU NE HA PIU NE METTA ) FUORCHE DAI MEDICI.
VOLENDOCI ADDENTRARE NEL SIGNIFICATO DEI SIMBOLI NON POTREMO FARE A MENO DI
NOTARE COME DA SEMPRE IL BASTONE RAPPRESENTA IL POTERE , IL COMANDO .
NELLE ANTICHE CIVILTA IL SERPENTE RAPPRESENTAVA , INVECE, DI SOLITO LA
CONOSCENZA ED IL RINNOVAMENTO .
E STUPEFACENTE ! IN UN SIMBOLO E RACCHIUSO TUTTO IL SEGRETO
DELLARTE MEDICA .
IL POTERE , INTESO IN QUESTO CASO NON IN SENSO DELETERIO MA COME
LAVERE LA POSSIBILITA , LA FACOLTA DI LENIRE , CURARE GLI ALTRUI MALI ,
SI OTTIENE TRAMITE LA CONOSCENZA ( LO STUDIO, LAPPLICAZIONE PRATICA )
MA SOPRATTUTTO CON IL RINNOVAMENTO COSTANTE DI QUESTULTIMA !
IL RIAPPROPRIARCI DEL NOSTRO SIMBOLO NON DEVE SEMBRARE COSA FATUA. LE NOSTRE
RADICI , QUELLE DELLA NOSTRA MEDICINA SONO PROFONDAMENTE ABBARBICATE NELLA STORIA
MILLENARIA , NEGLI UOMINI CHE , SFIDANDO LA NATURA ED I SUOI SEGRETI , HANNO PERMESSO A
QUELLA STESSA MEDICINA LEVOLUZIONE CHE LHA PORTATA SIN QUI - COME DICONO TUTTI
ORAMAI ! " ALLE SOGLIE DEL TERZO MILLENNIO " .
LA STORIA DI QUESTI UOMINI COMINCIA DA ASCLEPIO E
DELLA SUA VITA O DEL SUO MITO , SE VOLETE , PARLEREMO UNALTRA VOLTA.
QUALCUNO FORSE MI OBIETTERA , IN QUESTO SFACELO TOTALE CHE E LA NOSTRA
MEDICINA E CON TUTTI I PROBLEMI CHE CI SONO , " MA TU A CHE VAI A PENSARE ! "
L HO SENTITA MOLTE ALTRE VOLTE QUESTA LOCUZIONE .
E LA SCUSA PIU RICORRENTE PER EVITARE I PROBLEMI ; E TECNICA
STANDARDIZZATA AL DISTOGLIMENTO DA QUESTULTIMI .
ESISTE SEMPRE UN PROBLEMA PIU GRANDE ED IMPORTANTE RISPETTO A QUELLO IN
ESAME : : " MA COME , ABBIAMO IL PROBLEMA CAMORRA , LA GENTE MUORE TUTTI I GIORNI ,
LA DISOCCUPAZIONE DILAGA ED IO DEVO PENSARE ALLE CINTURE DI SICUREZZA IN AUTO ED AL
DIVIETO DI FUMO NEGLI OSPEDALI ! "
E ANCHE GRAZIE A QUESTA INCULTURA DELLA CIVILTA SE
SIAMO DOVE SIAMO!