PILLOLE DI MEDICINA TELEMATICA Maggio 1999
Suggerimenti e informazioniper il Medico di Medicina Generale
a cura di Daniele Zamperini md8708@mclink.it
e Amedeo Schipani mc4730@mclink.it
SIMG-Roma

PROBLEMI DI UNIFORMITÀ DEL RISARCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICO

Il sistema di risarcimento del danno biologico italiano è piuttosto complicato e variegato. Problemi si rilevano soprattutto nella fase di passaggio dalla percentuale di danno biologico all'entità economica del risarcimento decisa dal Giudice. Alcuni studi effettuati in Italia da specialisti del settore hanno dimostrato una straordinaria divergenza del valore economico corrispondente alla percentuale di danno biologico tra dodici diversi Tribunali. Dalla comparazione, effettuata paragonando il valore del punto di danno biologico per le diverse fasce di età e per le diverse gravità del danno, sono risultate notevolissime differenze, descritte in seguito.
Va chiarito, per i non esperti, che il valore economico del punto di invalidità varia proporzionalmente alla gravità complessiva del danno. Ciò significa che per un piccolo danno (ad esempio un danno compreso tra l'1 e il 10%) il valore in denaro del punto è inferiore rispetto a un grave danno in cui l'invalidità sia per esempio compresa tra il 60 e il 70%. Va anche considerato preliminarmente che nella valutazione del danno biologico il 100% non esisterebbe in quanto, dovendosi ormai assimilare il danno biologico al danno alla salute, la perdita del 100% significa che l'individuo ha perso intera salute e quindi non è più vivo.
Studiando una serie di sentenze scelte da un criterio casuale in tutta Italia e liquidate dai vari Tribunali si rilevano alcune stranezze: il valore medio in tutti i casi è minore per le femmine (lire 1.313.000) rispetto ai maschi (lire 1.322.912). Per i maschi il valore minimo (1.000.000) si ha in Umbria e in Basilica mentre il valore massimo (2.000.000) si ha in Friuli. Anche le femmine hanno un valore diverso a seconda della regione: appena 960.000 a punto in Puglia e ben 2.042.000 in Liguria.
Si è poi riscontrato che:
 

È diventato indispensabile perciò, stabilire un valore uniforme su tutto il territorio nazionale, perché tutti siano effettivamente uguali.
(D.Z. da “Riv. It. Med. Leg. e assicurazioni” n. 6, 1998, dall'Editoriale di F. Introna)

CRITERI FRANCESI PER IL RISARCIMENTO DEL DANNO ALLA PERSONA

In Francia il valore del punto di invalidità oscilla da un minimo di 1.168 franchi (per l'1% di danno) e 7.046 franchi per il 100% (come in Italia, nelle invalidità elevate ciascun punto pesa di più). Anche in Francia esistono differenze tra l'una e l'altra Corte d'Appello per cui il valore di uno stesso punto è risultato di 2.000 franchi ad AIX, 1.250 franchi a BORDEAUX, 800 franchi a TOLOSA. Nella stessa Corte si è rilevato una notevole discordanza nel valore dei punti di risarcimento: Cain registrava un valore medio di 1.706 franchi con un valore massimo che arrivava a ben 10.000 franchi. Anche in Francia hanno tentato di unificare le valutazioni calcolando un valore medio del punto che è risultato, nel Giugno-Luglio 1980, pari a 1.800 franchi per un 75enne con invalidità del 5%, 11.000 franchi per un bambino di 4 anni con invalidità del 90%, 4.500 franchi per un 37enne con invalidità del 30%.
(D.Z. da "Rivista Italiana di Medicina Legale"  Editoriale di F. Introna n. 6-1998)

RISARCIMENTO DEL DANNO BIOLOGICO SECONDO I CRITERI STATUNITENSI

Pur essendo vigenti negli USA una “Guida alla valutazione dei danni permanenti” a cura della “America Medical Association” (ultima edizione 1993), è in realtà la Giuria a decidere in modo assolutamente autonomo l'ammontare della somma in denaro per il risarcimento del danno alla persona dando luogo a diversità di risarcimento a volte clamorose tra casi con uguali menomazioni. Ci si chiede infatti a cosa serva la guida dell'A.M.A. quando le Giurie possono decidere autonomamente (a volte arbitrariamente) nel soggettivismo più assoluto. Solo di rado il Giudice può intervenire a modificare il risarcimento stabilito dalla Giuria qualora si rilevi un errore evidente o venga ordinato il rinnovo del processo. Nei danni da risarcire vengono compresi: i danni fisici subiti, le sofferenze patite, le future sofferenze.
Una piccola casistica :

-Chung contro New York: 61.000.000 di dollari di risarcimento inclusi 10.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 30.000.000 di dollari per dolore e sofferenza futuri in quanto, caduto sui binari della metropolitana, era stato investito da un treno subendo l'amputazione di entrambe le gambe. Si trattava di un immigrato coreano di 20 ani che non conosceva l'inglese.

-Elkind contro Mack e altri: risarcimento di 13.000.000 di dollari inclusi 5.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 7.000.000 di dollari per dolore e sofferenza futuri. La parte lesa era una donna di 27 anni che aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe essendo stata investita da una automobile. La vittima riprese il suo lavoro di responsabile delle autorizzazione per la N.B.C. dopo un anno.

-Abreu contro New York: risarcimento di 33.000.000 di dollari ridotto poi a 11.500.000 dollari inclusi 3.000.000 di dollari per dolore e sofferenza subiti e 12.000.000 di dollari ridotti poi a 3.000.000 per dolore e sofferenza futuri. La parte lesa che al momento dell'incidente aveva sette anni era caduta da una scultura situata da uno dei parchi cittadini restando tetraplegica.

-Smith contro New York: risarcimento di 6.000.000 di dollari per un meccanico di 37 anni che aveva subito l'amputazione della gamba sinistra sotto il ginocchio in seguito alle lesioni riportate quando la sua motocicletta era finita in una buca di una strada la cui manutenzione spettava alla città. La vittima a causa dell'invalidità permanente non poté continuare a lavorare e dovette interrompere di giocatore di football a livello semiprofessionistico.

-Gonzales contro la città di New York: risarcimento di 2.125.000 dollari per un meccanico di 51 anni che aveva subito l'amputazione di entrambe le gambe per essere stato schiacciato da un automobile parcheggiata in divieto di sosta e un'altra automobile che l'aveva investito dopo essere slittato sulla strada ghiacciata.

-Morales contro Teichner: 5.000.000 di dollari per una donna disoccupata di 29 anni che aveva riportato lesioni per il crollo di una parte del soffitto del bagno. La vittima subì due ernie del disco, la paralisi del braccio destro e una contusione cerebrale che si presume avesse provocato una grave depressione reattiva.

-Chappel contro New York: risarcimento di 165.000.000 inclusi 30.000.000 dollari per sofferenze patite e 125.000.000 dollari per sofferenze future. La parte lesa era una segretaria di produzione di 50 anni che aveva riportato un ernia discale per il crollo di un soffitto.

È comunque utile ed istruttivo valutare che, come detto in altro articolo, un tetraplegico in Italia può sperare in un massimo risarcimento, secondo le tabelle attualmente più usate, di 800.000.000 di lire.
(D.Z. da “Riv. It. Med. Leg. e assicurazioni” n. 6, 1998, 'Editoriale di F. Introna)

IL RISCHIO SCHIZOFRENIA AUMENTA NEI NATI IN INVERNO E IN CITTÀ

Secondo uno studio danese pubblicato sul NEJM risulterebbe (come già suggerito da precedenti ricerche) un aumento di rischio di morbilità per la schizofrenia nei nati in città e d'inverno. Lo studio è stato condotto su 2669 soggetti. Secondo i dati emersi, il rischio aumenta con la grandezza del centro urbano: è superiore del 24% (rispetto ai nati in zone rurali) nelle cittadine con oltre 10.000 abitanti, del 57% nelle città di oltre 100.000 abitanti, del 62% nelle capitali. I ricercatori hanno anche rilevato che esistono differenze di rischio a seconda del periodo dell'anno in cui si nasce, con un aumento dell'11% nei nati in febbraio-marzo rispetto alla media. Secondo i ricercatori è possibile ipotizzare che nelle zone urbane la maggiore promiscuità favorisca l'insorgenza di infezioni durante la gravidanza o la prima infanzia e che queste siano a loro volta coinvolte nello sviluppo della patologia.
Viene confermato, in ogni modo, il ruolo dei fattori genetici: il rischio aumenta di 7-9 volte nei soggetti con familiarità per la malattia. Questi risultati sono considerati con molta attenzione perché il rapporto con il luogo e il periodo di nascita potrebbe dimostrare che la schizofrenia sia malattia a insorgenza precoce ma che si manifesti solo in una successiva fase della vita.
(ADNkronos “Qualità della vita” n. 8/1999)
Commento personale: Altri studi hanno ipotizzato correlazioni, seppure diverse, tra luogo di vita e sindromi psicopatologiche (come ad esempio la depressione). Tale aspetto va tenuto in attenta considerazione. (D.Z.)

LE “SORPRESE” DEL VIAGRA

Il Viagra è stato, in ambito sessuologico, una innovazione tale da sconvolgere tutte le prassi terapeutiche precedenti (vengono tra l'altro riferiti “successi” nel 70% dei casi). Sta inoltre nascendo una serie di “leggende metropolitane” per cui da più parti si sono voluti esplorare gli aspetti “sociali” dell'uso del farmaco. Poiché in molti soggetti al deficit erettile si accompagna una personalità di tipo ossessivo (questo aspetto sarebbe dimostrato, tra l'altro, dalla pertinacia con cui i pazienti girano gli ambulatori alla ricerca del farmaco “miracoloso”, risolutivo del disturbo) è stata esaminata una popolazione di soggetti afferenti un ambulatorio di psicosessuologia, prima e dopo l'immissione in commercio del Viagra. Il numero di soggetti con tratti ossessivi non mostrava variazioni significative e si aggirava sul 30% circa. I pazienti dell'ambulatorio (affetti da patologia erettile, ovviamente) si informarono sull'attività del Viagra (51%), chiesero una ricetta ma non si decisero poi ad usare il farmaco (32%), il 10% si dichiarò poco interessato al farmaco, solo il 7,3% lo usarono saltuariamente. Si trattava però di pazienti già in terapia psicosessuologica, per cui sarebbe da valutare il tipo di informazione fornita dagli operatori (il cui interesse poteva non coincidere con la somministrazione del farmaco) e la “dipendenza” ormai acquisita alla psicoterapia. Nei nuovi pazienti, alla proposta di iniziare terapia con Viagra, il 38% rifiutavano scandalizzati affermando “di non essere così gravi”; un altro 21% rifiutava affermando che “i loro problemi erano ben altri e non potevano essere risolti da un farmaco”. Paradossalmente l'avvento del Viagra ha stimolato il ritorno a vecchi metodi terapeutici: in periodo ante-Viagra le percentuali di successo ottenute con Yoimbina erano del 40%; dopo l'avvento del Viagra, accompagnando la prescrizione con frasi-slogan del tipo “Lei non mi sembra abbastanza grave da dover ricorrere al Viagra” si raggiungeva il 60% di successi, con una differenza altamente significativa. Questa è una chiara dimostrazione di quanto influisca, in questi settori, il tipo di messaggio lanciato dal medico.
(D.Z. commentato da: G. Cavallini, Sessuologia News, anno VII, n. 1, 1999)

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