PILLOLE DI MEDICINA TELEMATICA Marzo 1998
Suggerimenti per il Medico di Medicina Generale
a cura di Daniele Zamperini md8708@mclink.it
e Amedeo Schipani mc4730@mclink.it
SIMG – ROMA

SESSO E CEFALEA

L'autore esamina il rapporto tra sessualità e sindrome cefalalgica. Tale rapporto è stato poco studiato data l'abbondanza di letteratura “umoristica” sulla cefalea “sessuale”. Storicamente è nota una cefalea idiopatica da stress sessuale: risale a osservazioni di Domino (1987) che rilevò una forma simil-emicranica in donne con trascorsi di abusi sessuali. Secondo la classificazione dell'Ad Hoc Committee della I.H.S. si distingue attualmente:
- Cefalea coitale. Insorge durante o alla fine del rapporto e in genere precede l'orgasmo. Dolore pulsante, solitamente occipitale, si accompagna in genere a contrazione della pupilla e dei muscoli facciali. Più frequente nei maschi, è trattabile con propanololo o con un ansiolitico.
- Cefalea orgasmica benigna, o “cefalea esplosiva”. Violenta e improvvisa insorge subito prima o, tipicamente, durante l'orgasmo. Dolore frontale o occipitale o diffuso, può durare ore o giorni. Colpisce per di più pazienti con storia di emicrania. Trattabile con propanololo o ergotamina tartrato.
- Cefalea posturale. Insorge dopo l'orgasmo e viene esacerbata in posizione ortostatica e con la manovra di Valsalva, mentre sembra ridursi in clinostatismo. Probabilmente dovuta ad abbassamento della pressione liquorale, può durare per settimane. Si giova di antiinfiammatori, vasodilatatori, inalazione di CO2.
- Cefalea masturbatoria. Insorge dopo masturbazione ma il numero relativamente basso di casi riportati in letteratura non ha permesso di considerarla entità clinica a sé stante.
(Saladino. Riv. sessuol. vol.19 n. 1)

INDURATIO PENIS PLASTICA: NON SEMPRE OPERARE

Gli autori esaminano le possibili terapie non chirurgiche consigliate per tale affezione. Alcuni trattamenti sono stati ormai abbandonati per la scarsa efficacia o eccessivi effetti collaterali: Paraminobenzoato di Potassio, Stigmasterolo (Piascledine), Procarbazina (Natulan). Altri trattamenti vengono invece ancora proposti da diversi Autori con risultati più o meno positivi: Thiomucase (Bodner, 1954) per infiltrazioni o ionoforesi, ormai sostituito dall'Orgoteina; Allopurinolo (che ridurrebbe la liberazione di xantine locali e quindi la flogosi); Orgoteina (attività superossido dismutasica); Cortisonici per infiltrazione locale (ovvia attività antiinfiammatoria); Verapamil per infiltrazione intraplacca (azione antiproliferativa sui fibroblasti).
Sono risultate utili alcune terapie fisiche:
- Ultrasuoni (in uso in molti centri andrologici italiani).
- Infiltrazione polarizzata (infiltrazione + ionoforesi).
- Roentgenterapia, quasi abbandonata per frequente fibrosclerosi secondaria).
- Laserterapia.
- Abbinamento laser-ionoforesi: sembrerebbe la terapia migliore, efficace nelle forme non inveterate, con elevato effetto antalgico nella pressoché totalità dei casi, riduzione dell'incurvamento penieno nel 25% dei casi, riduzione della placca nel 50% circa dei casi.
(Viola e al. Riv. sessuol. vol.20 n. 1)
 

ANTICORPI ANTI-INSULINA NELL'EPATITE C

Il virus dell'epatite C ha capacità di stimolare la comparsa di autoanticorpi e manifestazioni autoimmuni. Anche l'interferone alfa, usato per la terapia dell'epatite, può indurre fenomeni autoimmuni. Sono stati segnalati casi di comparsa di IDDM in epatitici C in terapia con interferone alfa. Gli autori hanno perciò dosato alcuni autoanticorpi (anti-GAD o antidecarbossilasi dell'acido glutammico, ICA o anti-insula, IAA o anti-insulina) in 105 soggetti con epatite C prima e sei mesi dopo l'inizio del trattamento con interferone.
Non si è notata differenza significativa nella prevalenza di anti-GAD e ICA in pazienti con epatite cronica C sia prima sia dopo il trattamento; il 17% ha invece sviluppato anticorpi IAA (anti-insulina) dopo sei mesi di terapia con interferone. Sembra perciò che tale terapia possa indurre in un numero significativo di casi l'insorgenza di tali autoanticorpi.
(Mariani e al., Il Diabete, 2/97)

MEDICINE ALTERNATIVE

- Al medico è riconosciuta la potestà di praticare “metodi innovativi o alternativi rispetto alle consolidate esperienze scientifiche” (cod. deont. art. 82).
- Queste pratiche alternative andrebbero effettuate sempre e solo dai medici
- Pur non avendo fondamento scientifico “classico”, almeno per alcune non si può affermare a priori la non efficacia.
Si distinguono le Medicine “Alternative” sic et simpliciter e quelle “Tradizionali”; queste ultime, derivate da pratiche preesistenti e collaudate talora per secoli, mostrano spesso almeno un notevole bagaglio di efficacia empirica, pur se collegata al contesto socio-culturale.
Alcune medicine alternative appaiono invece del tutto arbitrarie, senza alcun supporto né scientifico né largamente empirico.
L'omeopatia è di fatto tollerata in Italia: una circolare del 1982 cita un parere del Consiglio Superiore di Sanità che ammetteva l'utilità di approfondire il problema; nel mod. IRPEF dal 1988 sono detraibili le prestazioni mediche “comprese le prestazioni per visite e cure omeopatiche”. E' stata poi recepita (D.L: 17/3/95 n. 185, G.U. 197 del 22/3/95, poi Circ. Min. San. 8008/3506, con chiarimenti e istruzioni in merito) una direttiva CEE sull'argomento.
Per quanto riguarda l'agopuntura, questa è stata studiata e applicata anche in Centri altamente qualificati con studi non univoci ma sufficientemente significativi, tali da poterla introdurre tra le “tecniche complementari” pacificamente (pur se con certe esigenze di competenza) praticabili.
L'Autore invita ad applicare con più rigore le norme che tutelano la salute dei cittadini e a limitare lo spazio delle forme alternative.
La responsabilità professionale nei casi di danni secondari ad una terapia “alternativa” va valutata secondo i criteri della corrente Medicina Scientifica.
(Introna, Riv. It. Med. Legale)

ASPETTI PSICOSESSUALI DEL TRATTAMENTO DELL'IPB

Gli Autori hanno diviso in due gruppi 88 pazienti affetti da IPB, 65 sono stati trattati chirurgicamente (TURP) e 23 con terapia medica (mepartricina). Tutti sono stati sottoposti ad una serie di test (prima del trattamento, dopo 6 e dopo 12 mesi) finalizzati a valutare l'efficienza sessuale (GSTS, SSES-E, SHF, SHF-A). L'analisi multivariata dei dati evidenziava che il comportamento sessuale degli operati non differiva in maniera significativa da quello dei soggetti trattati con terapia medica. Ambedue i gruppi hanno mostrato un modesto ma parallelo deterioramento nel tempo, attribuibile forse all'età abbastanza avanzata del campione. Unico parametro significativamente diverso era quello dell'eiaculazione retrograda, significativamente maggiore nel gruppo operato con TURP. Il tutto in accordo con la maggior parte della letteratura.
(Sampalmieri, Giordano - Riv. Sessuol. vol. 21 n. 3)

BIOTESIOMETRIA (BT) NELLO SCREENING DEI DEFICIT ERETTILI NEUROGENI

La BT è una metodica semplice e non invasiva utile per una prima determinazione della sensibilità pallestesica peniena. Un apposito apparecchio vibrante (Bio-Thensiometer) viene appoggiato su diverse superfici corporee del paziente procedendo quindi ad un progressivo innalzamento dell'ampiezza vibratoria fino a che il paziente segnala la percezione dello stimolo. Nel deficit erettile i punti indagati sono rappresentati dai polpastrelli degli indici, bilateralmente, dalle superfici laterali, dorsali e ventrali del pene, dalla superficie glandulare. Un confronto con un apposito normogramma permette di evidenziare deficit sensitivi indici di probabile compromissione neurogena. E` possibile una verifica mediante l'esame dei potenziali evocati somatoestesici del nervo dorsale del pene.
(Letizia e al.- Rivista di sessuologia vol.20 n.1)

LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE RESTANO TALI

Nonostante il dimostrato valore scientifico della pratica vaccinale, da più parti diventa pressante il rifiuto alla vaccinazione in senso obbligatorio. Nell'ordinamento giuridico italiano le vaccinazioni sono obbligatorie ma non è prevista un'attuazione con metodi coattivi. Per questo motivo, sia per paura di possibili effetti collaterali, sia per altre motivazioni meno precisabili (religiose, politiche, “naturalistiche”) si tende di fatto a eluderne o a metterne in discussione l'obbligatorietà dando particolare rilievo alla necessità del consenso dei genitori. L'esame delle statistiche sul rapporto rischio/beneficio delle più importanti vaccinazioni induce gli Autori a negare concreta giustificazione a tale atteggiamento e a confermare l'utilità indiscutibile delle vaccinazioni stesse.
Dal punto di vista legale la Corte Costituzionale (1992) ha in effetti stabilito che l'obbligo di sottoporre a vaccinazione il minore costituisce un dovere del genitore per la tutela della salute dello stesso, e che l'operatore sanitario deve segnalare l'omissione o il rifiuto dei genitori al P.M. o al Tribunale dei minori; l'Autorità potrà a quel punto avvalersi degli strumenti di legge per l'attuazione del provvedimento (come è accaduto in alcuni casi). Si sottolinea però l'inadeguatezza della normativa riguardante l'indennizzo per le persone danneggiate in modo grave da possibili patologie post-vaccinali.
P.S. La normativa sugli indennizzi e' stata modificata con D.L. 4/4/97 n. 92
(Morini, Macri-Riv. It. Med. Leg. XIX 4-5)

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