Perche’ va abolito l’ obbligo di contributo ONAOSI

Come ormai tutti i medici sanno, un nuovo balzello e' venuto ad incidere sui compensi dei medici convenzionati, aggiungendosi ad una miriade di altri pagamenti, tale da decurtare pesantemente l' effettivo reddito residuo: il contributo obbligatorio all' ONAOSI.

 

Un po’ di storia:

L’ ONAOSI nacque come Convitto per gli orfani dei Sanitari nel 1899 a Perugia. Venne riconosciuto come Ente morale con Legge 7/7/1901 n. 306. In tale legge veniva disposto l’ obbligo di contribuzione a tale Ente per tutti i professionisti (Medici, Farmacisti, Vetrinari) iscritti agli Ordini Professionali.
Occorre sottolineare immediatamente come in tale epoca (siamo nel 1901!) non esistessero le strutture assistenziali e previdenziali odierne, ne’ un Servizio Sanitario Nazionale. I medici, all’ epoca, lavoravano per la maggior parte in regime libero-professionale, non avevano adeguata protezione pensionistica per cui la premorienza di un sanitario comportava spesso una condizione di disagio economico per i familiari. Sotto questo aspetto, la funzione svolta allora dall’ ONAOSI rivestiva una importanza sociale indubbia e benemerita.
Con il progredire delle strutture sociali, anche i medici hanno pero'  potuto godere, sia attraverso i contratti di dipendenza che quelli di Convenzione con il SSN, di strutture assistenziali e previdenziali tali da garantire (tranne medeste eccezioni) un sicuro sostegno ai familiari superstiti. Ricordiamo, a puro titolo esemplificativo, come, intorno agli anni Ottanta, i medici di famiglia arrivarono a godere di pensioni (o di capitali liquidati in unica soluzione) spesso superiori ai compensi percepiti lavorando, di un’ entita’ attualmente del tutto insperabile. 
Anche il diritto allo studio si e’ ormai affermato attraverso un sistema normativo di tutela al punto da rendere quasi inutile l’ assistenza integrativa fornita dall’ Ente.

Viene quindi assolutamente a cadere, in tal modo, il sinonimo orfano=indigente.
L’ orfano del Sanitario (come pure il figlio del Sanitario vivente) viene gia’ a godere di capitali o di redditi che, a volte, possono essere superiori a quelli dei professionisti in attivita’ lavorativa. Siccome erano venute a cadere le motivazioni assistenziali che avevano portato alla creazione dell’ ENTE (che si limitava ormai a svolgere azione di semplice "integrazione") l’ ONAOSI (che nel frattempo aveva cambiato nome in ANAOSI) venne incluso nella lista degli Enti Inutili da sottoporre a liquidazione coatta. 
Per evitare cio’, cambio’ nuovamente nome e statuto: non si tratto’ pero’ di un semplice cambiamento di ragione sociale, trattandosi invece di cambiamenti sostanziali che portarono, ad esempio, alla cessazione dell’ obbligo contributivo per i sanitari che non godessero di un rapporto lavorativo dipendente. La nuova ONAOSI viene ad essere ente giuridicamente diverso dal precedente, con diritti e obblighi differenti, e contribuzioni, da parte dei liberi professionisti, su base esclusivamente volontaria.
La legge Finaznziaria 2003 ha reintrodotto l’ obbligo di contribuzione all’ Ente da parte di tutti i Sanitari (Medici, Odontoiatri, Farmacisti, Veterinari) iscritti agli Albi professionali, sollevando contestazioni e proteste da parte delle categorie interessate. (V. note).

 

Le proteste appaiono del tutto giustificate: a nostro parere la reintroduzione dell’ obbligo e’ ingiusta e ingiustificata, e va abolita, per i motivi che esponiamo di seguito:

Il fatto che il Consiglio di Amministrazione abbia gia’ deliberato una riduzione della contribuzione, indica chiaramente come la cifra deliberata in un primo momento non si basasse su corretti calcoli di fabbisogno ma sulla volonta' di accumulare ulteriori capitali. Un eventuale allargamento delle prestazioni, oltre ad essere inutile, appare essere essenzialmente una "pezza giustificativa" applicata a posteriori.
Va assolutamente sottolineato il fatto che, a fronte del contributo obbligatorio, le prestazioni non vengono elargite con criterio uniforme, bensi' selettivo, con evidenti disparita’: un medico non coniugato o senza prole, o quello con figli gia’ laureati, paghera’ per gli altri ma non potra’ usufruire; invece i medici iscritti da 30 anni potranno far studiare i propri figli a spese altrui, pur non versando in condizioni di bisogno, e cosi’ via.

Ci chiediamo: perche’ l’ assistenza agli studi deve essere considerata tanto importante da imporre "per legge" un contributo generalizzato?
Ci si risponde: per un criterio di solidarieta’.
Ma la solidarieta’, secondo noi, deve essere diretta a coprire situazioni di bisogno in aspetti di fondamentale sopravvivenza, non per permettere lussi inutili o privilegi. 
Inoltre L'ONAOSI - per ribadire quanto pubblicato dall' ANMVI (associazione di Veterinari)- è una fondazione privata e, come tale, non può obbligare i liberi professionisti ad una contribuzione che, per quanto lodevole e nobilissima nelle sue finalità, non può che passare per decisioni di tipo esclusivamente volontario. (2)

Ci si risponde anche: per unificare il trattamento dei liberi-professionisti con quelli dei dipendenti, gia’ sottoposti a contribuzione obbligatoria.
Ma la situazione e’ del tutto diversa, perche’ i dipendenti godono in ogni caso di una retribuzione netta non riducibile, mentre i libero-professionisti (e i convenzionati) percepiscono invece una somma lorda a cui vanno sottratte tutte le cifre dipendenti da obblighi legali o organizzativi: imposte, tasse, spese per adeguamento alla legge 626, acquisto e manutenzione degli estintori, rifiuti speciali, aumenti contrattuali del personale, ONAOSI, eccetera.
Paradossalmente un medico convenzionato potrebbe giungere ad avere il proprio reddito praticamente azzerato.
In ogni caso, volendosi perequare, perche’ non abolire l’ obbligo anche per i dipendenti?

E’ fondamentale poi che lo Stato, in un momento di difficili trattative contrattuali, eviti di imporre spese non necessarie, in quanto aumentano le tensioni verso le Autorita’.
Si', quindi, alle contribuzioni volontarie, moralmente stimabili, no all’ obbligatorieta’.

Il nostro timore (e, temo, saremo facili profeti) e’ che mentre vengono chiamati a contribuire tanti medici che vivono attualmente al limite della decorosa sopravvivenza, delle prestazioni verranno a godere invece, prevalentemente, solo medici privilegiati (per situazioni effettive o perche’ piu’ "furbi"), anche se danarosi e piu’ facoltosi degli altri.

Sono assolutamente necessari, quindi, alcuni provvedimenti:
- Abolizione dell' obbligo di contribuzione per tutte le categorie sanitarie
- Modifica dello statuto per quanto riguarda gli aspetti che creano privilegi o disparita' nell' erogazione delle prestazioni
- Limitazione delle quote contributive a cifre idonee al sostegno dei soli soggetti effettivamente bisognosi.

Diversi Ordini (ad esempio quello di Milano e quello di Padova) e diverse categorie (Farmacisti (3) e Veterinari in primis) hanno meritoriamente espresso il loro dissenso, anche mediante ricorsi ai Tribunali Amministrativi; alcuni politici hanno avanzato proposte di abolizione. C'e' da sperare che il Parlamento, evidentemente gia' disattento, si renda conto dell' errore commesso, e provveda in tal senso.

Note:
1) http://www.fnomceo.it/Onaosi%20un%20istituzione%20che%20guarda%20al%20futuro.htm
2) @nmvi Oggi, 10/01/2004
3) http://www.mnlf.it/Onaosi No Grazie.htm
Daniele Zamperini