Cautela nella terapia ormonale sostitutiva (TOS o HRT)

Il Ministero della Salute ha emanato il comunicato del 17 luglio 2002 nel quale si discutono le ultime novità scientifiche riguardanti l'uso della terapia ormonale sostitutiva.
Come riportato più dettagliatamente nelle Pillole di questo mese, sono state infatti pubblicati su JAMA (2002;288:321-333) i risultati di una ricerca randomizzata mirante ad esaminare i rischi benefici di questa terapia (studio WHI) interrotto prima della scadenza naturale in seguito al rilievo di un livello di rischio troppo elevato. Lo studio prendeva in esame oltre 16.000 donne in postmenopausa, non isterectomizzate, cui venivano somministrati estrogeni coniugati (0, 625 mg/die) più medrossiprogesterone (2, 5 mg/die) oppure placebo. Lo studio, previsto per 8, 5 anni, è stato interrotto dopo 5 anni in quanto è stato osservato, nel braccio trattato con ormoni, un aumento di rischio per varie patologie.
I risultati hanno evidenziato come ogni per ogni 10.000 donne che utilizzano questo particolare tipo di estrogeni estro estrogeni coniugati si contano o lo casi di cancro al seno in piu, '7 casi di patologie cardiache in più, 7 casi di ictus in più, 8 casi in più di embolia polmonare.
I benefici consisteva invece essenzialmente nella riduzione del cancro al Colon (10-16 casi in meno) e nella riduzione di frattura dell'anca (10-15 casi in meno ogni 10.000).
Il ministero indica perciò, in definitiva, cautela nell'effettuazione di terapia ormonale sostitutiva con alcune raccomandazioni:

Il ministero sottolinea come altri studi abbiano evidenziato, con trattamenti estro-progestinici a diversi dosaggi, un aumento di rischio di cancro del seno (JAMA 2002; 288:366-367).

(Commento: In effetti problemi analoghi erano stati evidenziati dallo studio HERS II pubblicati su JAMA il 3 luglio. Non mancano le voci critiche: molti studi osservazionali hanno invece evidenziato una netta prevalenza dei benefici sui rischi; si punta anche l'accento sulle diverse composizioni estrogeno-progestinico usate in terapia e su un possibile (ma ancora non dimostrato) diverso profilo di rischio dei cerotti agli estrogeni, attualmente molto diffusi. È indubbio però che, di fronte a studi clinici controllati, sia necessaria una doverosa cautela. DZ)